L’Obbligo di Bilancio consolidato per i Piccoli Comuni salta? Questa probabilmente la novità più importante per gli enti locali maturata dalla manovra in commissione Bilancio alla Camera.
Ecco le principali novità per gli enti locali contenute negli ultimi emendamenti alla manovra approvati in Commissione Bilancio alla Camera, che si aggiungono a quelli che avevano ricevuto il via libera nei giorni scorsi.
Spicca, ovviamente, la novità più importante per gli enti locali maturata dalla manovra in commissione Bilancio alla Camera: via il bilancio consolidato in tutti i Comuni (sono 5.543, il 69% del totale) che non raggiungono i 5mila abitanti.
La misura arriva grazie ad un emendamento a firma di Roberto Pella (Forza Italia): ci sarà adesso la possibilità ai Comuni fino a 5mila abitanti di non predisporre il bilancio consolidato. L’impianto previsto dalla normativa e gli adempimenti richiesti sulla contabilità economico-patrimoniale – evidenzia Pella – sono eccessivi soprattutto nei Comuni più piccoli.
“Sono molto soddisfatto, prima di tutto in qualità di vicepresidente vicario dell’Anci e sindaco di Valdengo, uno dei 5.600 piccoli Comuni italiani, che siano stati accolti tre emendamenti a mia firma che vengono incontro ad alcune esigenze dei Comuni”.
L’obbligo del Bilancio consolidato per i Piccoli Comuni: in cosa consisteva?
Nel nostro ordinamento la disciplina del bilancio consolidato si articola da un lato con regole di natura giuridica, il d.lgs. 127/1991 (modificato dal d.lgs. 139/2015) ed il codice civile, dall’altro con i principi contabili nazionali(OIC) ed internazionali (IAS/IFRS).
L’obbligo di redazione del bilancio consolidato viene attribuito mediante l’art.25 del D.lgs. 127 del 9 aprile 1991 alle società di capitali che controllano altre imprese (di qualsiasi forma giuridica) e alle società cooperative, mutue assicuratrici ed enti pubblici commerciali che controllano una società di capitali.
Se il Responsabile del Servizio Finanziario dell’ente intende affidare a terzi la redazione del bilancio consolidato, deve porre in essere una determina con la quale individua il soggetto affidatario e il compenso da riconoscergli. Poi, la Giunta Comunale con delibera definirà due distinti elenchi:
- con il primo elencherà tutti gli organismi rientranti nel Gruppo di Amministrazione Pubblica;
- con il secondo tutti quegli organismi rientranti nel perimetro di consolidamento.
Ora, i Piccoli Comuni, saranno esentati dalla procedura. L’esonero, già previsto fino al 2017 dall’attuale art. 233-bis del Tuel, avrà effetto anche a decorrere dal 2018. Si tratta di una mera facoltà, che però è prevedibile verrà ampiamente utilizzata dai mini-enti, che da tempo chiedevano un trattamento di favore anche rispetto alla tenuta della contabilità economico-patrimoniale.
Quest’ultima, invece, rimane obbligatoria (la prima versione dell’emendamento avrebbe reso anche tale adempimento meramente opzionale) così come il consolidato da parte delle amministrazioni più grandi e anche (almeno per ora) delle unioni di comuni.
Le altre misure per gli Enti Locali
Inoltre, tra le altre misure approvate, è stata accolta la dilazione del rimborso ai contribuenti delle maggiorazioni dell’imposta sulla pubblicità, e soprattutto la possibilità di ripristinare la maggiorazione a partire dal 2019. Si allentano i vincoli di spesa (comunicazioni spese pubblicitarie, spese per noleggio autovetture, buoni taxi, etc.) dunque per i Comuni virtuosi che approvano il bilancio preventivo entro il 31 dicembre.
Esteso anche alle attività di bonifica il fondo per gli investimenti degli enti territoriali. E, infine, sul fronte degli investimenti, c’è la stabilizzazione del fondo sino al 2033 con un ammontare pari a circa 5 miliardi. Sono risorse che vanno soprattutto ai piccoli Comuni.