La tragedia di Casteldaccia: il Maltempo in Sicilia colpisce ancora e miete vittime. E purtroppo non è la prima volta che accade: ecco cosa è successo.
Tragico bilancio del maltempo in Sicilia, dove sabato sono morte dodici persone. La tragedia più grave si è verificata a Casteldaccia, cittadina a pochi chilometri da Palermo, dove un’intera famiglia è stata distrutta dalla furia dell’acqua causata dall’esondazione del fiume Milicia.
Nove i morti sorpresi dalla piena che ha investito un’abitazione di contrada Dogali Cavallaro: tra loro due bambini di uno e tre anni, un quindicenne e sei adulti. I corpi sono stati recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
La tragedia è avvenuta in una zona al confine tra Altavilla Milicia e Casteldaccia, al termine di una giornata pesantissima sotto il profilo del maltempo per la Sicilia occidentale che piange anche una decima vittima: si tratta del titolare di un distributore di Vicari, piccolo centro dell’entroterra palermitano. Altre due persone invece sono morte a Cammarata, in provincia di Agrigento, travolte dalla piena del torrente Saraceno mentre si trovavano in auto.
A Casteldaccia si erano riuniti due nuclei familiari, per un totale di 12 persone: un uomo è riuscito a salvarsi arrampicandosi su un albero, mentre altre due persone, un adulto e una bambina, al momento dell’esondazione non erano in casa.
Intervento drammatico a #Casteldaccia (PA): recuperati dai sommozzatori dei #vigilidelfuoco in una casa di campagna i corpi di 9 persone travolte dall’acqua. Si tratta di padre, madre, figli e nonni #4nov ore 1:25 #maltempo #sicilia
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 4 novembre 2018
La decima vittima del maltempo si chiamava Alessandro Scavone, 44 anni: è stato travolto con la sua jeep da un’ondata del fiume San Leonardo mentre percorreva la Provinciale 84 con la sua jeep, al confine tra Campofelice di Fitalia e Vicari. A bordo del veicolo c’era anche un ventenne che è stato salvato dai carabinieri, mentre Scavone è stato trascinato dalla furia dell’acqua ed è rimasto incastrato tra le lamiere del guard rail.
Vittime anche nel resto della Sicilia
Le dieci vittime sono arrivate al termine di una giornata drammatica per le province di Palermo, Trapani e Agrigento.
Nel capoluogo siciliano la pioggia ha iniziato a cadere violentemente a partire dalle 14 di sabato, allagando i sottopassi di viale Regione Siciliana e mandando in tilt la circolazione nella zona del porto: decine gli interventi dei vigili del fuoco, chiamati a salvare gli automobilisti rimasti intrappolati nelle auto.
E nonostante la pioggia battente la città rischia paradossalmente di rimanere a secco: l’Amap, azienda che gestisce il servizio idrico, ha informato che a causa del protrarsi della torbidità delle acque prelevate dagli invasi che garantiscono il rifornimento d’acqua del capoluogo e dei comuni della fascia costiera, nelle prossime ore si potrebbero verificare dei disservizi o delle interruzioni nell’erogazione idrica.
Nel Trapanese situazione difficile lungo la Provinciale tra Partanna e Salaparuta, nella zona del Belice, con diversi automobilisti tratti in salvo dopo essere rimasti intrappolati nel fango.
Altri due morti si sono registrati a Cammarata, in provincia di Agrigento. Si tratta di due persone di mezza età, travolte con la propria auto in contrada Sant’Onofrio a Cammarata dal torrente Saraceno esondato. I vigili del fuoco stanno recuperando i loro corpi. Le vittime sono originarie di Cammarata ma residenti in Germania da anni.
Ad Agrigento evacuate diverse famiglie per via dell’esondazione del fiume Akragas. In provincia due strade sono state chiuse al traffico: la Provinciale 5, nel Riberese, sommersa da acqua e fango in seguito all’esondazione del fiume Magazzolo, e la Provinciale 47 Sant’Anna-Villafranca Sicula, a causa della caduta di alcuni alberi.
Numerose le richieste di informazioni alla sala operativa attivata dal gruppo di protezione civile del Libero consorzio di Agrigento. A Sciacca, dopo l’esondazione del torrente Cansalamone venerdì, stessa sorte anche per il Foce di Mezzo le cui acque hanno allagato cantine e abitazioni.
Di Maio: Avvoltoi non si aggirino sui corpi dei siciliani morti
“Fa un po’ ridere che partiti che hanno governato la Sicilia per 20 anni ora hanno scoperto l’abusivismo edilizio”. Loro che hanno “trasformato in carrozzoni politici i consorzi di bonifica che dovevano fare” manutenzione. Fa ridere che ora dicano che quella casa andava abbattuta. Quella casa andava abbattuta 10 anni fa. Consiglierei a questi avvoltoi di aggirarsi sulle carcasse dei loro partiti che sui corpi dei siciliani che sono morti e vanno rispettati”. Lo dice il vicepremier e ministro Luigi Di Maio a Radio radicale.
Per adesso “stiamo vicini alle popolazioni colpite e monitoriamo l’andamento delle piogge che nei prossimi giorni” cadranno, l’allerta e’ in atto. “Da quando ci siamo insediati abbiamo fatto provvedimenti che hanno sbloccato risorse per il territorio”. Si tratta di “un lavoro immane nel quale siamo impegnati perche’ non vogliamo che si muoia ancora di pioggia in Italia. Per anni il territorio e’ stato abbandonato e ora ci presenta il conto di queste catastrofi. A questo poi si aggiunge il tema dei cambiamenti climatici. Stanno cambiando i fenomeni atmosferici e come Europa dobbiamo impegnarci a essere piu’ amici dell’ambiente e abbassare le emissioni”.