direttiva-ue-plastica-monousoDirettiva Ue su plastica monouso: per Legambiente l’Italia dovrà ricoprire un un ruolo da protagonista per raggiungere l’accordo, ribadendo l’importanza delle bioplastiche.


Legambiente: “Un passo importante nella lotta all’inquinamento da plastica dei nostri mari. L’Italia giochi un ruolo da protagonista per raggiungere l’accordo, ribadendo l’importanza delle bioplastiche. Servono misure più stringenti anche per i bicchieri di plastica usa e getta”.

 

“L’Europarlamento con il voto di oggi ha introdotto importanti miglioramenti alla proposta di direttiva della Commissione sui prodotti di plastica monouso, inviando un forte messaggio ai governi nazionali ad essere ambiziosi e celeri. Si tratta di un passo importante nella lotta all’inquinamento da plastica non gestita correttamente che finisce nei nostri mari, fiumi e laghi, al quale però deve seguire al più presto anche la volontà di inserire misure stringenti sui bicchieri di plastica usa e getta. Ora la palla passa ai governi nazionali che devono dimostrare altrettanta determinazione per raggiungere un accordo ambizioso tra Consiglio e Parlamento. A partire dall’Italia che deve giocare un ruolo da protagonista anche nel ribadire l’importanza delle bioplastiche nello sviluppo dell’economia circolare, compresa la filiera dei rifiuti organici e del compostaggio, di cui il nostro Paese è leader in Europa. L’Italia, inoltre, può vantare una indiscussa leadership normativa, essendo stato il primo a mettere al bando gli shopper di plastica, i cotton fioc e le microplastiche nei cosmetici, misure riprese nella proposta di direttiva europea. Un primato che auspichiamo venga mantenuto anche nel futuro recepimento della direttiva con i piani nazionali”, questo il commento del Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

 

Il testo della direttiva

 

Nel testo adottato si propone che il divieto di utilizzo, a partire dal 2021, dei prodotti per i quali esistono alternative – oltre che a posate, piatti, bastoncini cotonati, mescolatori per bevande e aste dei palloncini – sia esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile, ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso e ai sacchetti di plastica in materiale ultraleggero, ad eccezione di quelli che svolgono una funzione igienica. Su quest’ultimo è un errore a nostro avviso equiparare le plastiche prodotte a partire dal petrolio con quelle compostabili, come dimostra l’esperienza Italiana e il loro utilizzo nella filiera dei rifiuti organici e del compostaggio.

 

Per i prodotti monouso per i quali, invece, non esistono alternative, gli Stati membri dovranno mettere a punto piani nazionali per ridurre il loro utilizzo in modo “ambizioso e durevole” entro il 2025, incoraggiando il riuso e il riciclaggio. Per quanto riguarda le bottiglie di plastica, per Legambiente è ottima la proposta di differenziare e riciclare almeno il 90% sempre entro il 2025. Nella direttiva si introduce inoltre un contenuto minimo di materiale riciclato, almeno il 35% entro il 2025, nella produzione di bottiglie di plastica per favorirne così la raccolta differenziata. Obiettivi che saranno funzionali anche a incrementare la qualità della raccolta differenziata e del riciclo di questo materiale.

 

Si propongono, inoltre, obiettivi nazionali del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030 per la riduzione dei filtri di plastica delle sigarette sulla base delle raccomandazioni dell’OMS. Gli Stati membri devono anche garantire entro il 2030 una raccolta di almeno il 50% degli attrezzi da pesca abbandonati in mare e riciclarne almeno il 15% entro il 2025%. Il regime di responsabilità estesa del produttore (EPR) dovrà, pertanto, includere anche i produttori di sigarette e di attrezzi da pesca. La responsabilità estesa coprirà i costi della raccolta, della rimozione dei rifiuti e delle misure di sensibilizzazione.

 

“L’Europarlamento – conclude Ciafani – si è impegnato a lavorare per un accordo in prima lettura con il Consiglio, in modo da consentire l’approvazione della direttiva prima delle prossime elezioni europee del maggio 2019. Ora la palla passa ai governi nazionali che devono dimostrare altrettanta determinazione per raggiungere un accordo ambizioso tra Consiglio e Parlamento”.