condominio-orario-accensione-riscaldamentiCon l’inizio dell’autunno e il calo delle temperature, diventa fatidico conoscere per chi abita o gestisce un condominio l’orario di accensione dei riscaldamenti. Ecco le regole e altri utili consigli da tenere a mente.


Quando si possono accendere i termosifoni per gli ultimi mesi del 2018 e i primi mesi del nuovo anno? Per garantire il massimo comfort nelle abitazioni e nei condomini durante il periodo invernale, esistono delle precise regole sulla gestione del riscaldamento.

 

Condominio, orario accensione riscaldamenti

 

Il D.P.R. 412/1993 stabilisce delle regole ben precise in tema di riscaldamento centralizzato nel condominio. L’unità di misura è il grado-giorno, e va suddiviso per zone climatiche a cui esso viene associato.

 

Nelle seguenti sei zone climatiche in funzione dei gradi – giorno, indipendentemente dalla ubicazione geografica:

 

  • Zona A: comuni che presentano un numero di gradi – giorno non superiore a 600;
  • Zona B: comuni che presentano un numero di gradi – giorno maggiore di 600 e non superiore a 900;
  • Zona C: comuni che presentano un numero di gradi giorno maggiore di 900 e non superiore a 1.400;
  • Zona D: comuni che presentano un numero di gradi – giorno maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100;
  • Zona E: comuni che presentano un numero di gradi – giorno maggiore di 2.100 e non superiore a 3.000;
  • Zona F: comuni che presentano un numero di gradi – giorno maggiore di 3.000.

 

Inoltre, per tutte le abitazioni, con impianto autonomo o centralizzato, vale la regola dei 20 gradi da non superare, con una tolleranza di 2 gradi sia in difetto, sia in eccesso.

 

Periodo di accensione riscaldamenti

 

Il periodo di accensione dei riscaldamenti non è uniforme in tutta Italia. Come abbiamo già detto il nostro territorio è diviso in zone climatiche dalle quali dipende il primo giorno di funzionamento degli impianti di riscaldamento.

 

Nella tabella di seguito le date di accensione e spegnimento e di seguito la suddivisione delle aree geografiche nelle relative zone climatiche di appartenenza:

 

 

  • Zona A. Riguarda i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.
  • Zona B. Le province interessate sono Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.
  • Zona C. Riguarda le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto.
  • Zona D. Riguarda le province di Genova, La Spezia, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo Valentia.
  • Zona E. Riguarda le province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza.
  • Zona F. Riguarda le province di Cuneo, Belluno e Trento.

 

Consigli normativi e per il risparmio

 

La cosiddetta prova dei fumi della caldaia va fatta ogni volta in cui si fa la manutenzione. Ovvero, per la stragrande maggioranza dei casi, ogni anno.

 

Si ricorda, inoltre, che la manutenzione dell’impianto termico è un obbligo di legge e le scadenze sono previste dalla normativa nazionale, secondo le istruzioni tecniche per l’uso e la manutenzione rese disponibili dall’impresa installatrice o, in mancanza di esse, secondo le prescrizioni indicate dai fabbricanti degli specifici componenti dell’impianto.