alto-commissario-onu-boccia-decreto-salvini-migrantiL’alto commissariato per l’Onu boccia il ‘decreto Salvini’ sui migranti. Un “NO” cordiale nei toni, ma ‘schietto’ nella sostanza.


No’ dell’alto commissariato per le Nazioni Unite al decreto Salvini. Incontro dai toni cordiali tra l’Alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi e il presidente del consiglio Giuseppe Conte, questa mattina a Palazzo Chigi. Cordiale nei toni, ma ‘schietto’ nella sostanza. Dal commissariato, a quanto apprende l’agenzia Dire, arriva una bocciatura senza sfumature del decreto sui migranti che il Viminale ha approntato e che oggi dovrebbe essere portato in Consiglio dei ministri. Grandi non ha nascosto il giudizio severo su alcune misure, che appaiono fuori dalle garanzie costituzionali e dalla cornice della carta dei diritti Onu.

 

In particolare, a quanto si apprende, la stretta sulla protezione internazionale, la cancellazione di fatto del permesso per gravi motivi di carattere umanitario e la revoca della cittadinanza sono altrettanti elementi di preoccupazione per la struttura che tutela i diritti e il benessere dei rifugiati in tutto il mondo. Per ora dall’Unhcr non trapelano commenti in relazione all’incontro di questa mattina. Domani l’Alto commissario Filippo Grandi terra’ una conferenza stampa a Roma.

 

La bocciatura del decreto Salvini da parte dell’Onu arriva dopo le parole di Michelle Bachelet sull’emergenza razzismo in Italia e la necessita’ di inviare osservatori. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha replicato minacciando di non versare le quote di contribuzione alle Nazioni Unite. Ora lo stop sul decreto. A quanto si apprende il consiglio dei ministri avviera’ oggi solo l’esame del decreto Salvini che sara’ approvato nel corso di una successiva seduta.

 

Europarlamento condanna anche le politiche razziste e anti-umanitarie di Viktor Orban in Ungheria

 

Via libera da Strasburgo all’avvio di una procedura di infrazione, prevista dall’articolo 7 del Trattato dell’Unione Europea, volta a prevenire il rischio di violazione dei valori dell’Ue in Ungheria. Sostegno all’attivazione del processo era stato espresso anche dal capogruppo dei Partito popolare europeo Manfred Weber nonostante del Ppe faccia parte anche il partito del primo ministro di Budapest, Viktor Orban. Il testo all’esame degli eurodeputati è stato approvato a Strasburgo con 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti. Ora spetterà al Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue decidere se attivare l’articolo 7, che potrebbe portare anche a una sospensione del diritto di voto dell’Ungheria.