ILVA di Taranto: proseguono le trattative con i sindacati, uno sguardo alla situazione attuale e ai possibili sviluppi futuri.
Per l’Ilva, che rappresenta la più grande acciaieria in Europa, questi ultimi anni sono stati un vero e proprio inferno. Qual è la situazione allo stato attuale?
Le trattative con i sindacati
Dopo la fumata nera di ieri sera e le trattative a oltranza, proseguite per tutta la notte, i sindacati e ArcelorMittal hanno raggiunto un accordo di massima sullo stabilimento Ilva. Gli acquirenti dello stabilimento della ex acciaieria della fmiglia Riva hanno infatti accettato la richiesta di incrementare il numero di assunzioni dai 10.100 della proposta iniziale ai 10.700 pretesi dai sindacati.
Ieri sera la disponibilità messa nero su bianco da ArcelorMittal era quella di assumere 10.100 lavoratori entro il 2018, altri 200 entro il 2021 e a fare una proposta agli operai che nel 2023 dovessero essere restati senza posto (e non abbiano beneficiato degli incentivi all’esodo).
All’uscita dell’incontro i sindacati avevano usato toni duri, parlando di “clima pesanti” e “grandi distanze”.
“Dopo una lunga notte di trattativa, siamo vicini al raggiungimento dell’accordo sulla vertenza Ilva. Un accordo che però per essere valido deve essere approvato dalle lavoratrici e dai lavoratori con il referendum”. Cosi’ la segretaria della Fiom Francesca Re David, su facebook.
E la politica?
Una grande giornata per Ilva, per l’industria italiana e per Taranto. Finalmente possono partire gli investimenti ambientali e industriali. Complimenti per l’accordo ad aziende e sindacati e complimenti, non formali, al ministro Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta”. Lo dichiara l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda in merito all’accordo su Ilva.
Il nostro accordo prevedeva 11.500 posti (10.000 Mittal e 1500 società per Genova e Taranto) e 2000 incentivi all’esodo. Con diritti (art 18 incluso, livelli salariali e garanzia finale). L’accordo è ancora su sito Mise”. Lo scrive su twitter sempre l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, rispondendo ad un tweet.