Migranti: tra percezione e realtà del problema quali sono le differenze? Ecco un’analisi su come la pensano gli italiani in merito e sui dati.
Solo il 27% degli italiani conosce quale sia la percentuale di immigrati non Ue rispetto alla popolazione complessiva in Italia. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Istituto Cattaneo che ha analizzato i dati forniti dall’Eurobarometro in merito alla presenza di immigrati stimati dai cittadini in ciascuno degli Stati-membri dell’Ue.
In particolare, la domanda che è stata rivolta agli intervistati era la seguente: “Per quanto ne sa Lei, qual è la percentuale di immigrati rispetto alla popolazione complessiva in Italia?”.
L’errore di percezione commesso dagli italiani è quello più alto tra tutti i paesi dell’Unione Europea (+17,4 punti percentuali) e si manterrebbe ugualmente elevato anche se considerassimo la percentuale di tutti gli immigrati presenti in Italia – che, secondo i dati delle Nazioni Unite, corrispondono attualmente al 10% della popolazione (cresciuti di oltre 6 punti percentuali rispetto al 2007).
Il primo dato che emerge dall’analisi dimostra che, nell’intero contesto europeo, circa un terzo dei rispondenti (31,5%) non sa fornire una risposta sulla percentuale di immigrati che vivono nei loro paesi. In alcuni casi (Bulgaria, Portogallo, Malta e Spagna) la percentuale di chi non sa rispondere supera abbondantemente il 50%, mentre l’Italia si attesta al di sotto della media europea.
E ancora: di fronte al 7,2% di immigrati non-Ue presenti “realmente” negli Stati europei, gli intervistati ne stimano il 16,7%. Ma in questo caso il dato che riguarda l’Italia è quello più significativo: gli intervistati italiani sono quelli che mostrano un maggior distacco (in punti percentuali) tra la percentuale di immigrati non-Ue realmente presenti in Italia (7%) e quella stimata, o percepita, pari al 25%.
Gli altri paesi che mostrano un “errore percettivo” di poco inferiore a quello italiano sono il Portogallo (+14,6 punti percentuali), la Spagna (+14,4 p.p.) e il Regno Unito (+12,8 p.p.). Al contrario, la differenza tra la percentuale di immigrati “reali” e “percepiti” è minima nei paesi nordici (Svezia +0,3; Danimarca +2,2; Finlandia +2,6) e in alcuni paesi dell’Europa centro-orientale (Estonia -1,1; Croazia +0,1).
Gli errori di percezione sull’immigrazione in Europa, prosegue l’indagine dell’Istituto Cattaneo, segnalano dunque l’esistenza di una scarsa informazione dell’opinione pubblica su questa tematica. Però, l’errata stima sulla presenza di immigrati potrebbe derivare anche da pregiudizi – radicati negli elettori – che ne condizionano ex ante ogni valutazione.
Detto diversamente: chi, per principio, ha una posizione sfavorevole verso gli immigrati potrebbe essere indotto a ingigantire la portata del fenomeno oppure a giustificare il proprio atteggiamento in virtù di una percezione distorta della questione.
L’analisi dimostra anche come esiste una relazione positiva tra l’errata percezione del fenomeno migratorio e l’atteggiamento verso l’immigrazione. Cioè: all’aumentare dell’ostilità verso gli immigrati, aumenta anche l’errore nella valutazione sulla presenza di immigrati nel proprio paese.
Come in precedenza, l’Italia si conferma – su entrambi i fronti – il paese collocato nella posizione più “estrema”, caratterizzata dalmaggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose. Naturalmente, precisa l’Istituto Cattaneo, da questa correlazione non è possibile stabilire nessun nesso di tipo causa-effetto.
MIGRANTI. IST.CATTANEO: ELETTORE DI DESTRA NE SOPRAVVALUTA PRESENZA
Lo scarto tra la percentuale di immigrati presenti in Italia e quella percepita dagli intervistati è maggiore tra chi si definisce di centrodestra o di destra. In quest’ultimo caso, la percezione è del 32,4%, superiore di oltre sette punti rispetto alla media nazionale. All’opposto, tra chi si definisce di sinistra, centrosinistra o di centro la differenza tra il dato reale e quello stimato si riduce notevolmente.
Ad esempio, per gli intervistati di sinistra gli immigrati presenti in Italia sono “solo” il 18,5%, rispetto a una media nazionale che li stima attorno al 25%. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Istituto Cattaneo che ha analizzato i dati forniti dall’Eurobarometro in merito alla presenza di immigrati stimati dai cittadini in ciascuno degli Stati-membri dell’UE.
Gli orientamenti politici dei cittadini, si legge nell’indagine, “orientano” anche le loro valutazioni sulla presenza, più o meno diffusa, degli immigrati. Ma oltre a questo fattore “politico” in grado di spiegare, almeno in parte, la distanza tra realtà e percezione, va tenuto conto anche del livello di informazioni posseduto dai cittadini. Da questo punto di vista, si può ipotizzare che gli intervistati con un maggiore grado di istruzione siano anche quelli più informati sulla società e sulla politica, e quindi capaci di fornire un’indicazione più precisa sul fenomeno dell’immigrazione.
Dall’analisi emerge infatti che per chi non è andato oltre la scuola dell’obbligo nel suo percorso di istruzione, l’immigrazione percepita in Italia supera il 28%, mentre tra i laureati la stima si riduce di oltre 10 punti percentuali, attestandosi al 17,9%. L’istruzione e, tramite essa, la predisposizione a una maggiore informazione politica sembrano dunque in grado di limitare l’errore percettivo dei cittadini italiani sulla questione dell’immigrazione.
Un altro fattore in grado di spiegare i diversi livelli nella percezione del fenomeno migratorio in Italia riguarda la sfera professionale dei cittadini.
In particolare, sono i lavoratori manuali, che considerano maggiormente a rischio la loro occupazione e che, quindi, possono avvertire come una minaccia la presenza o l’arrivo di persone straniere. Al contrario, i lavoratori che svolgono mansioni altamente qualificate non vedono necessariamente messo in pericolo il proprio posto di lavoro dagli immigrati. Pertanto l’occupazione professionale degli intervistati potrebbe avere un effetto sui loro orientamenti nei confronti dell’immigrazione.
IST.CATTANEO: ITALIANI SOVRASTIMANO RISCHIO CRIMINALITÀ
L’opinione degli italiani è decisamente negativa nei confronti dell’immigrazione e dei loro eventuali benefici per l’economia o la società. Rispetto a una media europea del 57%, gli intervistati italiani che ritengono che gli immigrati peggiorino la situazione della criminalità rappresentano il 74% dell’intero campione, con una differenza di 17 punti percentuali.
Allo stesso modo, gli italiani che pensano che una maggiore immigrazione comporti una riduzione dell’occupazione per i residenti in Italia corrispondo al 58% sul totale, mentre la media europea si ferma al di sotto del 41% (con uno scarto sempre di 17 punti percentuali).
Infine, le differenze tra gli atteggiamenti degli italiani e quelli europei sono più sfumate quando si tratta di valutare il contributo – positivo o negativo – dell’immigrazione per il welfare state. In Italia, la percentuale di chi pensa che gli immigrati siano un peso per lo stato sociale è pari al 62%, mentre tra i cittadini europei questa percentuale è inferiore solo di 3 punti percentuali (59%).
MIGRANTI. RECORD SOVRASTIMA STRANIERI AL SUD E IN CENTRO
In Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria gli immigrati rappresentano l’11,1% della popolazione, ma per i cittadini la loro presenza si aggira al 27,9%. In entrambi i casi si tratta del dato più alto in Italia.
Lo studio, basato su dati di Eurobarometro, scompone per aree territoriali la realtà e la percezione del fenomeno migratorio nel Paese. Nelle regioni ex rosse la presenza effettiva di migranti con l’11,1% batte quella riscontrata da Istat nelle regioni del Nord Ovest (10,7%), del Centro (9,4%), del Nord Est (9%) e del Sud (4,3%).
Analogamente, in Emilia, Toscana, Marche e Umbria si raggiunge una delle divaricazioni maggiori fra la realtà e l’immigrazione percepita dalla popolazione. I cittadini tendono a sovrastimare del 16,8% la diffusione di migranti nel proprio territorio. L’errore di valutazione supera quello degli abitanti delle regioni del Centro (16,5%), del Nord Est (11,1%), del Nord Ovest (10,5%) e viene sopravanzato solo da chi vive al Sud: in questo caso lo iato fra percezione e realtà raggiunge la punta record del 23,2%.
MIGRANTI. IST.CATTANEO: PRESENZA PIU’ PERCEPITA IN GRANDI CITTÀ
La percezione sulla diffusione dell’immigrazione è maggiore nelle grandi città italiane rispetto ai piccoli comuni o alle aree rurali: nelle prima la stima raggiunge quasi il 31%, mentre nei secondi si ferma al 21,9%. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Istituto Cattaneo che ha analizzato i dati forniti dall’Eurobarometro in merito alla presenza di immigrati stimati dai cittadini in ciascuno degli Stati-membri dell’UE.
Il dato, si legge nell’indagine, sembra essere in linea con la realtà dell’immigrazione italiana, maggiormente concentrata nelle grandi metropoli e tendenzialmente più diluita nei piccoli paesi lontani dai centri urbani.