Per l’Anief non si possono far conseguire 24 CFU e poi non bandire il concorso docenti: la denuncia dell’associazione in merito a una situazione che sta diventando critica.
Ecco il testo del comunicato ANIEF.
C’è grande attesa per il prosieguo del reclutamento dei nuovi insegnanti e proprio in questi giorni giungono aggiornamenti, non entusiasmanti, da parte dello staff del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, circa i concorsi destinati ai docenti non in possesso di abilitazione; come riporta Orizzonte Scuola, “si tratta dei due concorsi previsti dal decreto legislativo n. 59 del 13 aprile 2017: concorsi per docenti con 3 anni di servizio negli ultimi otto; concorsi per laureati con 24 CFU in disciplineantropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche”.
Ma c’è dell’altro: dalle notizie avute, infatti, “i concorsi, presumibilmente, non potranno essere banditi prima del 2019, numerosi sono infatti i passaggi necessari per la stesura di Regolamento, decreto e bando. C’è quindi ancora tempo per cumulare il servizio necessario per accedere al primo dei concorsi”. Intanto, si hanno notizie anche delle regioni in cui saranno banditi i concorsi: come riporta Repubblica, si starebbe “lavorando a un possibile concorso ordinario realizzato nel 2019 solo nelle province che necessitano di nuovi docenti (quelle lombarde, per esempio) e per le materie ancora scoperte (quelle scientifiche). Le graduatorie al Sud, invece, sono tutte ampiamente riempite e questo ministero non è intenzionato a bandire altri concorsi in quelle aree”.
Dunque il transitorio, così come ideato dall’art. 17 del D.lgs. 59/17 attuativo della legge 107/15, dopo l’emanazione del primo concorso riservato ai docenti abilitati nella scuola superiore, che ha visto meno della metà di essi presentare la domanda e uno su cinque di ruolo, ora potrebbe bloccarsi in alcune parti del Paese lasciando migliaia di supplenti e aspiranti giovani insegnanti condannati al limbo per assenza di posti.
Ovviamente c’è qualcosa che non quadra: prima hanno preteso un cospicuo investimento in soldi ed energie ai laureati per conseguire i 24 CFU, dopo che gli hanno negato la partecipazione al concorso 2016 per legge, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato ottenuta da Anief ne avesse consentito l’estensione nella precedente tornata del 2012. Ora, a quanto pare, possono starsene a casa. Il sindacato chiede allo Stato coerenza: non può ignorare le nuove generazioni di laureati nel Paese più vecchio al mondo per insegnanti.
Anief aveva già denunciato come per alcune classi di concorso ci vogliano più di 40 anni per entrare di ruolo, ed è per questo che, con forza, ha chiesto la riapertura delle GaE ordinarie, annuali, a tutto il personale abilitato, mentre potrebbe accedere al Fit, per conseguire la sola abilitazione, tutto il personale con 36 mesi di servizio, lasciando il numero programmato a chi dopo il percorso triennale sarà stabilizzato.
“Che il transitorio non fosse la soluzione lo abbiamo ribadito – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – anche per l’infanzia e la primaria, dove è stato mutuato un percorso ibrido, ma sostanzialmente speculare a quello che non sta funzionando per le scuole superiori. Alla luce di queste indiscrezioni, chiediamo con maggior determinazione che siano riaperte le GaE come prevede l’emendamento salva-precari approvato dal Senato nel Milleproroghe, emendamento che difenderemo in piazza l’11 settembre alla ripresa dei lavori parlamentati durante lo sciopero proclamato dalla nostra sigla sindacale.
Infatti, tanti sono i punti della piattaforma di protesta attivata da Anief, in occasione dello sciopero indetto dal sindacato l’11 settembre insieme alla manifestazione che si terrà a Roma: è necessaria la partecipazione, in massa, di tutti gli interessati. Poiché il momento è determinante. Tutti coloro che intendono dare il loro sostegno alla giornata di mobilitazione possono inviare un’e-mail a sciopero@anief.net e comunicare la propria partecipazione all’importante evento.