linee-programmatiche-miurLinee Programmatiche del MIUR, dopo le indicazioni portate dal titolare del dicastero, il Ministro Marco Bussetti: le prime considerazioni della FLC CGIL.


Sulle Linee Programmatiche del dicastero del ministro Marco Bussetti, presentate oggi in Senato, davanti alle commissioni VII di Camera e Senato congiunte, ecco le prime considerazioni della FLC CGIL.

 

Concordiamo con il ministro sul fatto che la scuola non abbia bisogno dell’ennesima riforma.

 

Doveroso l’impegno per la messa in sicurezza delle strutture scolastiche. Altrettanto giusto ridare centralità ai docenti, al personale ATA, ai dirigenti scolastici e ai ricercatori. Bene la valorizzazione degli accordi sindacali sottoscritti nelle ultime settimane, con i quali abbiamo ottenuto buoni risultati a parziale risarcimento degli effetti negativi della legge 107/15 (l’abolizione della chiamata diretta e l’accordo sulle assegnazioni provvisorie), tuttavia i toni ci sono sembrati fin troppo timidi. La Buona Scuola deve essere superata in molti punti, dove non sono sufficienti dei semplici accorgimenti.

 

E soprattutto ci vogliono investimenti: in nessun passaggio il ministro ha spiegato come intende recuperare fondi per l’Istruzione e la Ricerca, per la formazione, per il reclutamento, per l’inclusione. Non vorremmo che il mondo della conoscenza, considerato da tutti a parole il centro propulsore dei diritti di cittadinanza, dell’innovazione e dello sviluppo continui a rimanere senza risorse.

 

La vera riforma della scuola deve passare attraverso il riscatto sociale ed il rilancio economicodel mondo dell’Istruzione e della Ricerca: il ministro ne ha parlato, senza però presentare proposte concrete e senza un impegno esplicito a farlo con il prossimo Ccnl.

 

Si tratta di una prima analisi di bisogni che ci è parsa priva nella proposta ma che verificheremo alla prova dei fatti: sui diplomati magistrali non è stata consegnata una soluzione concreta che chiarisca come e quando chiudere questa vertenza; dell’alternanza scuola-lavoro non è stato detto se continua a rappresentare un obbligo calato dall’alto o diventa finalmente una opportunità che nasce dai bisogni delle scuole; del concorso per DSGA – già definito dalla legge di bilancio 2018 – non sono state date indicazioni di termini temporali. Non si è parlato di semplificazione, non si è parlato di potenziamento degli organici e della restituzione del tempo scuola tagliato dalla riforma Gelmini. Si è parlato vagamente di una riforma del reclutamento dei docenti, ma non si è detto di voler abrogare il limite dei 36 mesi posto dalla legge 107/15 ai contratti del personale a tempo determinato.

 

Sul tema dell’inclusività è invece grave che il ministro Bussetti non abbia menzionato il diritto all’istruzione dei figli degli immigrati che tutti i giorni cercano nel nostro Paese e nei banchi di scuola, nell’università, nelle accademie e conservatori, il loro riscatto umano e sociale. Non possono essere dimenticati, perché l’inclusività è un valore universale ed assoluto: altrimenti è altra discriminazione.

 

Nell’inviare al ministro i nostri auguri per il suo mandato, ci aspettiamo a breve una convocazioneper un confronto sui provvedimenti legati all’avvio dell’anno scolastico e sulle linee di indirizzo.