pensioni-oro-senatoPensioni D’oro, al Senato si approda questa settimana: la proposta del Governo calendarizzata in questi giorni. Ecco cosa bolle in pentola.


Di Maio promette una sforbiciata sugli assegni superiori a 5mila euro netti al mese non giustificati dai contributi versati. Il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio, prova ad accelerare sul taglio alle pensioni d’oro. “Questa settimana alla Commissione Lavoro del Senato calendarizzeremo la proposta di legge sul taglio delle pensioni d’oro: chi prende pensioni sopra ai 4-5 mila euro prenderà l’assegno solo in proporzione ai soldi che ha versato. Vedrete i soldi che recupereremo, non si tratta di un gruzzolo residuale”.

 

Lo ha detto Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, ospite de L’intervista di Maria Latella su Sky Tg24. “Sarà il primo provvedimento che calendarizziamo nella commissione di pertinenza e ce la mettiamo tutta per farlo approvare prima dell’estate”, ha aggiunto Di Maio. Che aggiunge “Credo che in questa settimana alla Camera si aboliranno i vitalizi agli ex parlamentari, sarebbe strano che il Senato arrancasse su questo punto», ha aggiunto il ministro del Lavoro e vicepremier.

 

Il programma

 

“Vogliamo finalmente abolire le pensioni d’oro che per legge avranno un tetto di 4.000/5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima, perché grazie al miliardo che risparmieremo potremo aumentare le pensioni minime” ha detto di Maio. Al netto delle dichiarazioni la partita sulle pensioni d’oro e sui vitalizi si preannuncia, comunque, tutta da giocare con l’alleato leghista che ha mostrato nelle ultime ore i primi mal di pancia verso il provvedimento. E non a caso già la scorsa settimana il Senato ha frenato sulla delibera che dovrebbe tagliare i vitalizi agli ex senatori.

 

In attesa di comprendere cosa il Governo voglia realmente fare nel mirino ci sarebbero soprattutto ex dirigenti pensionati a carico dei fondi speciali dell’Inps (ex elettrici, ex telefonici, ex inpdai) e alte cariche dello Stato (es. magistrati, prefetti, diplomatici, avvocati dello stato eccetera) che hanno maturato l’intera parte dell’assegno (o gran parte di esso) con le regole di calcolo retributive riuscendo con gli ultimi scatti stipendiali ad ottenere un forte incremento della pensione.

 

La preoccupazione della CIDA

 

Preoccupazione è stata espressa dal Presidente della CIDA, l’associazione che riunisce gli ex dirigenti di imprese, Giorgio Ambrogioni. “Stiamo vedendo un approccio retorico, demagogico e strumentale su un tema molto delicato”. Per il presidente di Cida il tema della pensione d’oro non deve essere legato all’importo ma come è stata costruita la pensione. “Questi pensionati contribuiscono al gettito fiscale in maniera pesantissima. Io rappresento una categoria di dirigenti in pensione che rappresentano l’1-2% del totale dei contribuenti Irpef, e questo 1-2% genera un gettito contributivo pari al 18% del totale”, spiega Ambrogioni. “E’ attraverso la leva fiscale che si fa solidarietà, che si fa ridistribuzione dei redditi, non attraverso balzelli continui sulle pensioni in essere, creando ansie e stress”, “il gettito che poi porta è illusorio” perché “stiamo parlando di 100mln euro e colpisce praticamente 27 mila persone”.