stipendi-pa-dipendenti-pubbliciScatta una data importante per i datori di lavoro, poiché arriva l’obbligo di pagare lo stipendio con metodi di pagamento tracciabili. E gli stipendi PA? Per i dipendenti Pubblici niente stop ai contanti.


Domenica primo luglio cambia tutto per i datori di lavoro che sono obbligati a retribuire i dipendenti con metodi tracciabili in Banca e alle Poste sia per quanto riguarda lo stipendio che gli anticipi sullo stesso. Eppure per i Dipendenti Pubblici non ci saranno novità dal 1° Luglio 2018: scopriamone il perché.

 

 

Stipendi PA, niente stop ai contanti per Dipendenti Pubblici

 

La misura, in base alle nuove regole, invece, non interessa il Pubblico Impiego. Restano, infatti, esclusi dalla norma i rapporti di lavoro:

 

  • instaurati con le Pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, D.Lgs n. 165/2001;
  • in ambito domestico o comunque rientranti nell’ambito di applicazione dei CCNL per gli addetti ai servizi familiari e domestici, stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale.

 

Queste due infatti sono fattispecie escluse dalla norma, per cui accanto agli strumenti che qui sotto andremo a citare sarà ancora consentito per i dipendenti del settore pubblico la corresponsione dello stipendio, oltre che per via telematica, anche in contanti.

 

Restano quindi immutate le regole per i dipendenti della PA.

 

Tetto massimo all’erogazione in contante per i pagamenti della PA

 

Tuttavia, il DL 201 del 6/12/2011 – coordinato con la legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214, cosiddetto decreto “Salva Italia” – all’art. 12  definisce una limitazione all’uso del contante per i pagamenti a vario titolo fatti dalle pubbliche amministrazioni, superiori all’importo di 1.000 euro.

 

In particolare, la norma ha previsto che a decorrere dal 7 marzo 2012 gli stipendi, le pensioni, i compensi comunque corrisposti dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dai loro enti, in via continuativa a prestatori d’opera e ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, di importo superiore a mille euro devono essere erogati attraverso, modalità e strumenti di pagamento telematici di natura bancaria (Conto corrente bancario) o postale (Conto corrente postale e Libretto postale), ivi comprese le carte di pagamento prepagate nonché le carte elettroniche istituzionali, inclusa la tessera sanitaria, predisposte nell’ambito del servizio nazionale dei pagamenti promosso dal Ministero del’economia e delle finanze.

 

Mezzi di pagamento consentiti per tutti gli altri dipendenti

 

Un approfondimento sul divieto di pagamento in contanti dello stipendio è disponibile a questo articolo.

 

In sintesi, per tutti gli altri dipendenti esclusi dai casi sopra citati, i mezzi di pagamento consentiti sono: 

 

  • bonifico sul conto del lavoratore,
  • strumenti di versamento elettronici,
  • pagamento in contanti solo presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro ha il conto di tesoreria con mandato di pagamento, 
  • assegno da consegnare al dipendente o ad un delegato se si trova in caso di impedimento.

 

Sanzioni

 

I datori di lavoro pertanto non potranno più corrispondere la retribuzione per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, “qualunque sia la tipologia del rapporto di lavoro instaurato”. Lo stabilisce il comma 911 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre. “Al datore di lavoro o committente che viola l’obbligo” si legge nel comma 913, si applica una sanzione amministrativa tra 1.000 e 5.000 euro.

 

L’obiettivo del legislatore è quello di arginare la prassi, diffusa tra datori e committenti, di corrispondere ai propri dipendenti uno stipendio inferiore ai limiti fissati dalla contrattazione collettiva, in modo da tutelare il lavoratore che riceva importi non corrispondenti a quanto scritto in busta paga.