Salute: allarmanti i dati sul consumo di alcol. Insufficiente l’impegno istituzionale per l’emergenza sociale e sanitaria: necessarie campagne di prevenzione e informazione.
Gli ultimi dati Istat sul consumo di bevande alcoliche e il quadro tracciato dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che nel nostro Paese sono presenti ancora gravi lacune dal punto di vista dell’informazione, della comunicazione e del coinvolgimento della popolazione in merito all’eccessiva assunzione di alcol. E non è tutto: sono state e continuano ad essere insufficienti, quando non del tutto assenti, specifiche iniziative di formazione per gli operatori scolastici e per gli operatori sanitari.
Come Federconsumatori condividiamo e rilanciamo l’allarme per lo scarso interesse delle istituzioni nei confronti di questa emergenza sociale e sanitaria nonché per l’assenza pressoché totale di una seria e pianificata azione preventiva e informativa. In Italia il consumo di alcol non solo non registra alcuna riduzione ma costituisce ancora la prima causa di morte e disabilità tra i giovani fino a 24 anni.
Considerando che 1,7 milioni di bevitori hanno un’età compresa tra 11 e 25 anni, chiediamo l’attuazione immediata di strategie efficaci di informazione e comunicazione rivolte ai giovani. E’ poi altrettanto importante affiancare a tali interventi di specifici percorsi sanitari che garantiscano una efficace prevenzione e che consentano di curare i danni provocati dall’abuso di alcol.
L’alcool è una droga a tutti gli effetti capace di indurre fenomeni di tolleranza e di dipendenza, psicologica e fisica. Nei Paesi occidentali la diffusa tolleranza per il bere accompagnata dalla legalità dell’alcool stesso hanno condotto ad una accettazione socialmente condivisa dell’uso anche quando questo si trasforma in abuso o addirittura in dipendenza.
Per questi motivi la condizione di “alcolista” o “etilista” gode di una maggiore giustificazione collettiva e non è associata al concetto di tossicodipendenza così come avviene per le altre sostanze psicoattive. In realtà l’assunzione cronica di alcool influenza negativamente la qualità della vita e riduce progressivamente gli spazi di autonomia quotidiana. Si tratta di una grave patologia a rilevanza sociale e costituisce la terza causa di morte dopo cancro e malattie cardio-vascolari.