Il Quirinale non ha fretta e osserva con attenzione gli evidenti passi in avanti di Matteo Salvini e Luigi Di Maio nella ricerca di un accordo per il nuovo Governo 2018. Ecco la situazione attuale e le prossime tappe.
Sergio Mattarella è sempre alla finestra e non può che registrare i tentativi di costruzione di un governo Centrodestra-M5s, senza ombra di dubbio quello che sulla carta avrebbe la maggioranza più solida. Non entra certo il presidente, almeno in questa fase, nelle analisi politiche dei contenuti di due programmi che fino alle elezioni erano come il giorno e la notte.
Resta il muro della premiership da superare: dovranno demolirlo proprio Di Maio e Salvini se le intenzioni di collaborazione sono genuine: eventuali pressioni sul capo dello Stato in questa fase sarebbero respinte al mittente. E’ chiaro a tutti che i due leader sono ora bloccati (soprattutto Di Maio) sulla richiesta di avere l’incarico da Mattarella ma è altrettanto chiaro che nessuno dei due, vista l’assenza di una maggioranza, può pretenderlo. Rimane quindi sempre aperta l’opzione di un nome terzo che potrebbero indicare al presidente: una figura che sia in grado di stemperare le tensioni nei due schieramenti e raccogliere la fiducia delle parti, compresa Forza Italia.
Sì, perché Silvio Berlusconi dovrà necessariamente essere della partita: la Lega difficilmente potrebbe accettare di far parte di un esecutivo a guida stellata che avrebbe quasi il doppio dei parlamentari del Carroccio. Ma sembrano ostacoli “sormontabili” a chi frequenta il Quirinale dove, a conferma di non aver nulla in contrario a concedere tempo, si fa sapere che il calendario delle consultazioni uscirà solo a fine settimana. Particolare di non poco conto perché dal calendario si capirà con sicurezza se il centrodestra si presenterà al Quirinale unito o alla spicciolata. La buona volontà sembra esserci come confermano quotidianamente le dichiarazioni di fiducia reciproca ormai quotidiane tra Salvini e Di Maio.
Il leader della Lega ha confermato l’apertura del suo fedelissimo Giorgietti sulla possibilità di introdurre una sorta di reddito di cittadinanza (“utile a creare lavoro”). Siamo in “settimana santa” e si spera che porti riflessione e mitezza. Ma certamente potrebbe non bastare. Anche perché un altro rallentamento si annuncia all’orizzonte: le elezioni regionali di Molise (22 aprile) e Friuli Venezia Giulia (29 aprile). Passi per il piccolo Molise che muoverà al voto meno di 200mila elettori.
Ma per il Friuli la partita è grossa: sarà infatti il giovane Massimiliano Fedriga (classe 1980) a sfidare il candidato del Pd, Sergio Bolzonello. Fedriga è stato lanciato a sorpresa pochi giorni fa proprio da Matteo Salvini con una mossa che è stata vissuta come un blitz dentro Forza Italia che aveva puntato sull’usato sicuro di Renzo Tondo.