Pubblicate le ‘Linee guida relative ai problemi dell’abusivismo edilizio’. Sono riferite alla LR 19/2017 che prevede la possibilità, in alternativa alla demolizione, di acquisire e rivendere gli immobili abusivi, che non siano in contrasto con gli interessi urbanistici, ambientali o idrogeologici.
In via preliminare, va valutata la demolizione dell’opera abusiva, finalizzata al ripristino dell’equilibrio urbanistico violato dalla commissione dell’illecito edilizio. Conseguenza di tanto è che la demolizione di ufficio dell’opera acquisita al patrimonio comunale costituisce la misura ordinaria da adottarsi in ipotesi di abuso.
Il Consiglio Comunale potrà, peraltro, decidere di non procedere alla demolizione, ove ravvisi la sussistenza di un interesse pubblico che giustifichi la permanenza dell’opera abusiva e il carattere prevalente dello stesso. Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di inedificabilità? Si deve operare l’acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all’ingiunzione di demolizione, si verifica di diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull’osservanza del vincolo.
Tali amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a spese dei responsabili dell’abuso. Nell’ipotesi di concorso di vincoli, l’acquisizione si verifica a favore del patrimonio del Comune.
A titolo esemplificativo, le linee guida indicano che l’interesse pubblico a non demolire potrebbe essere ravvisato in:
a) interesse all’utilizzo dell’immobile quale ufficio pubblico o per servizi pubblici esercitati dal Comune;
b) incremento del patrimonio comunale (la locazione o l’alienazione degli immobili acquisiti possano aumentare le entrate del Comune);
c) interesse sociale al soddisfacimento di esigenze abitative di nuclei familiari che risultino attestate dal competente servizio o ufficio comunale;
d) evitare l’aggravarsi delle condizioni di disagio abitativo e precarietà sociale in zone ove il fenomeno della realizzazione di edifici ad uso residenziale privi di titolo abilitante riveste proporzioni di particolare rilevanza e nelle quali l’adozione di misure alternative all’abbattimento è compatibile con il perseguimento delle finalità di riqualificazione.
In allegato i documenti relativi.