AcirealeCorruzione e turbativa d’asta: queste le accuse per gli arrestati, a conclusione di indagini sui Comuni di Acireale (Catania) e Malvagna (Messina). Arrestato anche il sindaco del Comune etneo.


C’è anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, tra le otto persone arrestate (5 in carcere e tre ai domiciliari) nell’operazione anticorruzione condotta della guardia di finanza di Catania.

 

Barbagallo, 42 anni, era stato eletto sindaco di Acireale nel giugno del 2014. Con i suoi 15.573 voti, appoggiato da liste civiche del centrosinistra, aveva quasi doppiato, nel turno di ballottaggio, il candidato del centrodestra, Michele Di Re (8.939 preferenze).

 

L’ordinanza è stata emessa dal gip del tribunale etneo. L’indagine è stata coordinata dalla procura distrettuale di Catania.

 

L’indagine riguarda diversi episodi di possibile corruzione e turbativa d’asta in appalti pubblici nei Comuni di Acireale e Malvagna (Messina).

 

Non c’è pace, a quanto pare per i Comuni della zona “acese”. Solo qualche settimana fa, infatti, l’ex sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano e l’ex consigliere comunale, nonché ex presidente della commissione Finanza, Orazio Barbagallo, sono stati condannati a tre anni di reclusione ciascuno.

 

L’accusa: corruzione per avere preso almeno due mazzette del valore complessivo di circa 20mila euro.

 

Mazzette arrivate dall’imprenditore dell’Halley consulting Srl, Giovanni Cerami. Lo scopo: rinnovo del contratto di gestione dei software usati dall’ente locale al comune di Aci Catena.