Firmato nella notte, dopo quasi dieci anni di attesa, l’accordo preliminare per il rinnovo del contratto nazionale per il comparto delle Funzioni Locali. Ecco le specifiche del nuovo contratto degli enti locali.


Aran e Organizzazioni sindacali hanno firmato l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro 2016-2018. Questo per i circa 467.000 pubblici dipendenti appartenenti al comparto Funzioni locali, che comprende regioni, enti locali, camere di commercio e altri enti territoriali.

 

In un tweet il ministro della Pa, Marianna Madia, commenta: “Firmato il contratto enti locali. Ora 467mila lavoratrici e lavoratori di regioni, comuni, città metropolitane e camere di commercio avranno un nuovo contratto. Concluderemo il percorso con la firma del contratto della Sanità”.

 

 

 

Da gennaio 2018 i lavoratori delle Regioni e delle autonomie locali avranno un aumento che a regime sarà pari al 3,48%, i lavoratori percepiranno a partire dall’1 marzo, un aumento medio di 80 euro mensili.

 

Il nuovo contratto – afferma in una nota Federico Bozzanca, segretario nazionale della Fp Cgil Funzioni Locali – prevede

 

“una ulteriore categoria economica per ogni area, la definizione delle sezioni speciali per la Polizia Locale. La previsione della costituzione della sezione per il settore educativo, nonché un rinvio per poter rivedere il sistema di classificazione. Inoltre rimane la normativa di miglior favore sul turno festivo infrasettimanale”.

 

Quanto alla Polizia Locale, precisa la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil “viene dato inoltre più valore alle lavoratrici e dei lavoratori del comparto grazie all’introduzione di un’identità di funzione collegata ai gradi”.

 

 

Dopo nove anni

 

“arriva una buona notizia per i dipendenti di Regioni, Province, Comuni, Camere di Commercio, enti e agenzie regionali. Traguardo raggiunto grazie a un lavoro di squadra e al senso di responsabilità di ciascuno degli attori coinvolti”,

 

commenta il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini.

 

Il meccanismo, infatti, è il solito, e fa salire lo stipendio lordo del 3,48% con un sistema lineare che aumenta i propri effetti al crescere della retribuzione di base. Negli scalini più bassi della gerarchia, questo produce aumenti lordi poco superiori a 50 euro al mese, ma qui interviene l’«elemento perequativo»: un tassello aggiuntivo che porta l’effetto complessivo sopra gli 80 euro lordi.

 

In allegato il testo del nuovo contratto.