L’importanza della recinzione di cantiere per una gestione ottimale della sicurezza interna ed esterna al cantiere.
La recinzione di un cantiere edile, ha il principale, ma non unico, fine di tutelare i terzi, cioè tutti coloro che non devono accedere agli ambienti di lavoro ed essere esposti ai rischi correlati.
Nel testo unico sulla sicurezza, alla recinzione è dedicato l’articolo 109 dove viene indicato che “il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente caratteristiche idonee ad impedire l’accesso agli estranei alle lavorazioni”.
Ma precisamente qual è lo scopo della recinzione? E come deve essere realizzata?
La recinzione di cantiere può essere definita come il “sistema di confinamento di una, o più aree, adibite ai lavoro, al deposito e ai transito dei mezzi impiegati”; e soprattutto “non risponde esclusivamente alla necessità di regolamentare l’accesso al medesimo, impedendo l’ingresso ai non addetti ai lavori, ma costituisce di per sé una misura di prevenzione e protezione dai rischi d’interferenza tra le attività svolte all’interno ed in prossimità del cantiere”.
E’ dunque per questo motivo che “la scelta della tipologia di recinzione da adottare discende direttamente dalla valutazione dei rischi effettuata a monte” ossia già in fase di stesura del Piano di Sicurezza e Coordinamento.
Le modalità di realizzazione della recinzione vanno studiate e concordate in funzione della loro localizzazione nell’ambito urbano “per cui nei centri storici possono essere prescritte recinzioni in tavolato o pannelli in legno, mentre nelle zone periferiche, suburbane o comunque con bassa densità abitativa, possono essere consentite recinzioni in rete metallica e paletti”; inoltre per i cantieri allestiti in zone di particolare pregio “può essere prescritto che i pannelli siano trattati superficialmente, anche con specifici motivi di facciata”.
Si segnala inoltre che vi sono particolari prescrizioni che riguardano l’occupazione di suolo pubblico; la “materia” è di competenza degli Uffici Tecnici Comunali che debbono rilasciare apposita autorizzazione specifica.
Tra le prescrizioni più comuni vanno segnalate:
– L’installazione di lanterne a luce rossa disposte alle estremità della recinzione e a conveniente altezza, che si dovranno tenere accese tutta la notte e nei giorni di scarsa visibilità, al fine di segnalare l’esistenza di un intralcio alla viabilità pubblica;
– La creazione di smussi sugli spigoli della recinzione (in genere per una altezza di 1,50 m) e la verniciatura di tali spigoli a strisce bianche e rosse, inclinate di 45°;
– La segnalazione con un apposito cartello fissato sull’esterno della recinzione indicante la presenza di eventuali bocche da incendio che ricadano nell’area recintata e il divieto di depositare materiali che impediscano l’accesso in caso d’incendio;
– La costruzione di una pedana raccordata con il marciapiede e sopraelevata di un gradino (con l’alzata dipinta a strisce bianche e rosse) rispetto alla sede stradale; tale pedana, che deve essere realizzata quando il marciapiede è occupato dal cantiere, ha lo scopo di garantire il transito di pedoni e di persone su sedie a rotelle e quindi deve avere una larghezza minima di 1,5 m”.
Va inoltre ricordato che le recinzioni di cantiere “devono essere provviste di illuminazione artificiale al fine di renderle visibili durante le ore notturne e/o in condizioni di scarsa visibilità diurna”, avendo cura di mantenerle in perfetta efficienza per l’intera durata dei lavori.
Concludendo ci si sofferma sulle tipologie di recinzione più comune riportandone una breve descrizione:
– Recinzione cieca: “questa tipologia, con paramento completamente cieco, nasce dall’esigenza di impedire la proiezione verso l’esterno di spruzzi, schegge, detriti, polveri o fibre. È realizzabile sia con tavole in legno sia con elementi in lamiera grecata, fissando il tutto a pali infissi nel terreno o ad altro elemento fisso. Ottima dal punto di vista della protezione, presenta lo svantaggio di essere economicamente onerosa nonché impegnativa nell’esecuzione”;
– Rete plastificata arancione applicata su sostegni: questa recinzione “presenta buone caratteristiche schermanti accoppiate a resistenza agii strappi, rapidità nel montaggio, leggerezza, riutilizzo ripetuto ed alta visibilità”;
– Pannelli di rete auto portante: “è costituita da pannelli di rete metallica fissata in elementi di calcestruzzo preconfezionati e poggiati liberamente sul terreno. Ha il vantaggio di poter essere modificata in tempi rapidi in relazione all’evoluzione dei lavori”;
– Barriere stradali di tipo new jersey: è un tipo di barriera utilizzata nei cantieri stradali “per delimitare l’area delle lavorazioni e per limitare l’impatto veicolare”. In questo caso si ricorre a “barriere costituite da cassoni in plastica (o in alternativa in cemento), la cui modularità li rende applicabili maggiormente nei cantieri stradali, riempibili di sabbia o acqua per renderli pesanti e stabili”.
Ricordiamo infine che, come previsto dall’articolo 96 del D. Lgs. 81/2008, la predisposizione dell’accesso e della recinzione del cantiere, “con modalità chiaramente visibili e individuabili”, è uno degli obblighi dei datori di lavoro delle imprese affidatarie ed esecutrici.