Bonus Bebè: la Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento che rende strutturale il contributo per il sostegno alla genitorialità. I compensi saranno però dimezzati?
Lo prevede un emendamento approvato in Commissione Bilancio al Senato durante l’esame della manovra finanziaria 2018. La misura, introdotta con l’articolo 1, co. 125 della legge 190/2014 per aiutare le coppie con redditi bassi a fare più figli cambia veste dal prossimo anno.
Il bonus bebe’ diventa strutturale. Ma in forma dimezzata. Oggi il bonus bebè vale 80 euro al mese (960 euro annui) e viene erogato per i primi tre anni di vita del bambino, a partire da quelli nati (o adottati) dal 1° gennaio 2015 sino al 31 dicembre 2017. Un importo che spetta, però, ai nuclei con reddito certificato Isee non superiore ai 25mila euro annui e che raddoppia a 160 euro al mese nei casi in cui il reddito delle famiglie non superi i 7mila euro. Per conseguire il sostegno il richiedente deve essere in possesso di un’attestazione ISEE in corso di validità.
La modifica approvata dal Senato estende l’operatività della misura anche per i bimbi nati (o adottati) dopo il 31.12.2017 ma per un periodo di erogazione che si riduce dagli attuali tre anni ad un anno dalla data di nascita o di adozione. Oltre alla durata del bonus si riduce anche la misura. Dal 1° gennaio 2019 l’importo sarà pari a 40 euro al mese per la famiglie con ISEE non superiore a 25mila euro ed ad 80 euro al mese per le famiglie con ISEE non superiore a 7mila euro. Con riferimento alle prestazioni decorrenti nell’anno 2018 e limitatamente alle mensilità spettanti nell’anno 2018 medesimo, l’importo mensile dell’assegno viene, invece, confermato nelle misure sopra indicate.
La proposta di modifica, si legge nel testo, costa 165 milioni il primo anno, 195 nel 2019 e 228,5 milioni a partire dal 2020. Resta comunque il vincolo di bilancio. L’Inps dovrà provvedere al monitoraggio degli oneri inviando relazioni mensili al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia e delle finanze. Nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alla previsione di spesa con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro della salute, si provvederà a rideterminare al ribasso l’importo annuo dell’assegno e i valori dell’ISEE richiesti per accedere al beneficio.
La misura fa comunque coppia con ulteriori forme di sostegno alla genitorialità introdotte dal legislatore in questi ultimi cinque anni. In particolare con il premio alla nascita introdotto dal 1° gennaio 2017, il buono nido ed i voucher per i servizi di baby-sitting recentemente prorogato dalla legge di bilancio 2017 sino al 2018. Queste misure, a differenza del bonus bebè, sono slegate dall’accertamento dell’ISEE.