pizza-napoletanaVincenzo Staiano, oggi, porta avanti un importante progetto sociale. Nella fondazione ‘A Voce d’e creature di don Luigi Merola, dove insegna l’arte bianca ai ragazzi delle periferie di Napoli.


Da Lettere (Napoli) a Roma per preparare la sua pizza e offrirla ai poveri in Vaticano. Nella Santa Sede fece costruire dei forni per cucinare e regalare pizze e panuozzi ai meno fortunati. E tra i suoi ‘clienti’ c’e’ stato anche Papa Francesco. Vincenzo Staiano, oggi, porta avanti un altro progetto sociale. Nella fondazione ‘A Voce d’e creature di don Luigi Merola, dove insegna l’arte bianca ai ragazzi delle periferie di Napoli.

 

 

“La camorra la si combatte anche con una pizza, lui, Vincenzo, forma i boss della pizza. Quella pizza che aggrega, unisce e diventa momento di solidarieta’ e di legalita’”, commenta emozionato don Luigi Merola alla festa dei 10 anni della fondazione.

 

Che emozione servire la pizza a Papa Francesco – dice con un gran sorriso il piazzaiolo Staiano -. Oggi insegno un mestiere a questi ragazzi che per loro e’ davvero tanto. Il mondo ama e adora la pizza, imparare quest’arte a Napoli vuol dire avere una marcia in piu’, in Campania, in Italia e all’estero. Questa fondazione e’ in un quartiere difficile, regnava un boss che ingabbiava le speranze dei ragazzi. Oggi abbiamo creato un laboratorio, una realta’ molto bella, che ha permesso gia’ a tanti ragazzi di trovare lavoro. E non solo. Avere un lavoro significa poter pensare al matrimonio, ai figli, alla famiglia, permette di farsi passare qualche ‘sfizio’, come comprarsi un’automobile. Lontano dalla delinquenza”.