Sul podio di quelle che possiamo chiamare le “bandiere del gusto” assegnate a livello regionale troviamo nell’ordine la Campania (515) seguita dalla Toscana (461) e dal Lazio a quota 409.
Ecco quanto emerge dal nuovo censimento 2017 delle specialita’ che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti per lo storico appuntamento dell’anno internazionale del cibo italiano nel mondo proclamato nel 2018, all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti sul lungomare Caracciolo, Rotonda Diaz con oltre diecimila agricoltori lungo 1,5 km di mercati contadini, agrichef con le ricette storiche ed esposizioni ad hoc per il primo Black Friday della tavola per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy.
Tutte le bandiere del gusto
“A seguire – sottolinea la Coldiretti – si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 338 specialita’ e alla Liguria che puo’ contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 276 prodotti tipici censiti, la Calabria (268), la Lombardia (248), la Sicilia (244), la Sardegna (193), il Friuli-Venezia Giulia (169), il Molise (159), le Marche (151), l’Abruzzo (148), la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 32″. Particolarmente ricca, curiosa e colorata la lista delle specialita’ nazionali (www.coldiretti.it).
I prodotti tipici di Campania e Toscana
Tra gli altri in Campania troviamo la colatura di alici di Cetara, un liquido dal sapore intenso, frutto della sapiente stagionatura e pressatura delle alici salate, in Toscana sono molto conosciuti gli stinchi di morto, biscotti rustici salati tipici del Grossetano e del Senese di colore giallo senape, chiamato anche anacini in quanto profumato dai semi di anice.
Dal fagiolo del purgatorio alla polenta di montagna
Nel Lazio viene seminato da tempo immemorabile il fagiolo del purgatorio di Gradoli che rappresenta il piatto fondamentale del mercoledi’ delle ceneri, denominato “pranzo del purgatorio”, mentre in Emilia-Romagna si apprezza il savo’r, una marmellata di mosto d’uva (Saba) con aggiunta di frutta. Il Veneto, informa la Coldiretti, va fiero della polenta di montagna che si ottiene dalla farina di mais sponcio, sulla quale i Piemontesi metterebbero il brus, un prodotto della lavorazione di robiole ben stagionate, ideali se di latte di capra.
Cardoncelli, pitta ‘mpigliata e violino di capra, sapete cosa sono?
In Liguria vanno fieri delle olive taggiasche, piccole, carnose, scure, grinzose e saporitissime, mentre i Pugliesi sono ghiotti di cardoncelli¸ antico e gustoso vanto della tradizione agroalimentare delle Murge. In Calabria, avvicinandosi il Natale, si prepara la pitta ‘mpigliata (o pitta ‘nchiusa) che si presenta come roselline in pasta sfoglia al vino bianco, mentre in Lombardia non si suona ma si degusta il violino di capra, salume della Val Chiavenna realizzato con la coscia e la spalla della capra.
Le delizie delle isole
Sicilia e Sardegna – ricorda la Coldiretti – apprezzano, rispettivamente “sa” pompia (un frutto endemico sardo simile al limone che cresce solo nella zona della Baronia) e lo squartucciato, dolce molto decorato e ripieno di fichi protagonista della Festa di San Giuseppe a Poggioreale), mentre i Friulani vanno fieri della porcaloca, un’oca intera disossata farcita con filetto di maiale, cucita a mano, legata cotta e affumicata.
I sapori del centro Italia
In Molise non si puo’ rinunciare alle sagnetelle, fettuccine di farina di grano duro larghe e lunghe quanto due dita riunite della mano, mentre nelle Marche e’ tipico della tradizione contadina della zona di Jesi la lonza di fico, un dolce a base di fichi essiccati impastati con noci, mandorle tritate e mistra’, infine avvolto in foglie di fico. Il comune abruzzese di Campotosto – fa sapere la Coldiretti – e’ famoso per la sua mortadella, meglio nota, per la sua forma, come coglioni di mulo.
Le rsskatiedde cca muddiche lucane, il graukase dell’Alto Adige e la fagiolina del Trasimeno
Il lucano di Episcopia è celebre invece per le rsskatiedde cca muddiche, una pasta preparata con la mollica di pane. Viene dal Trentino la luganega, la salsiccia che rappresenta un emblema della gastronomia provinciale, mentre giunge dalla Valle Aurina dell’Alto Adige il graukase, detto “formaggio grigio”, probabilmente il formaggio piu’ magro che esista con il 2% di grassi e 150 calorie per etto. Infine, l’Umbria – conclude la Coldiretti – e’ orgogliosa della fagiolina del Trasimeno, varieta’ rara e particolare di legume conosciuto fin dal tempo degli Etruschi, mentre la piccola Val d’Aosta, tra i suoi 32 prodotti tradizionali, annovera l’olio di noci, condimento prezioso e di alta qualita’ per carne, pesce, verdure e formaggi.
“Dietro ogni prodotto c’e’ una storia, una cultura ed una tradizione che e’ rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realta’ di ogni territorio”. Cosi’ il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvoche ha poi sottolineato “la necessita’ di difendere questo patrimonio del Made in Italy dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e alla appiattimento verso il basso dell’offerta alimentare anche turistica”.