La Tari è la tassa sui rifiuti introdotta ne 2014 in sostituzione della vecchia Tares. Un’imposta dovuta da chiunque occupi o detenga locali o aree scoperte idonei a produrre rifiuti che serve per coprire il servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani o assimilati, spazzamento compreso.
Si avvicina la scadenza del pagamento di questo tributo dovuto dal soggetto utilizzatore dell’immobile; fermo restando che su questa imposta ogni comune ha facoltà di decisione, in linea generale le scadenze sono 3: primo acconto entro fine aprile; secondo acconto entro la fine di luglio; saldo finale entro al fine dell’anno.
E in effetti in queste settimane, tra novembre e dicembre, moltissimi cittadini italiani saranno chiamati a versare il saldo definitivo della Tari come si può leggere sul portale informativo in materia di tassazione http://tasse.economia-italia.com/.
Per il calcolo della aliquota è fondamentale la metratura dell’immobile considerato e il comune di riferimento; questo perché la tassa sui rifiuti ha ovviamente un costo diverso in un grande centro piuttosto che non in una piccola città. E a variare da comune a comune sono anche le modalità di pagamento: sono accettati versamenti bancari con F24, con Mav o con bollettino postale.
La legge prevede tra l’altro agevolazioni in materia di Tari. Per la precisione si parla di riduzione obbligatorie e riduzioni facoltative. Le prime, quelle obbligatorie, sono previste per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti (motivo per il quale in alcune città, come Roma, dove la spazzatura sta diventando un problema, i consumatori si stanno organizzando); interruzione del servizio tale da causare una situazione riconosciuta dall’autorità’ sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.
Le riduzioni facoltative riguardano invece evenienze come abitazioni con unico occupante; abitazioni a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato; locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale; fabbricati rurali ad uso abitativo; abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero.
In queste settimane e in perfetto stile italico, la tassa sui rifiuti sta generando tantissime polemiche con associazioni dei consumatori entrate a gamba tesa sul tema: il motivo? Alcuni comuni avrebbero, negli ultimi anni, sbagliato a calcolare la aliquota della Tari proponendo quindi tariffe gonfiate per i consumatori.
In sostanza in molto comuni i cittadini hanno pagato più del dovuto (spesso, aggiungiamo noi, senza ricevere servizi in cambio); e adesso molte associazioni a tutela dei consumatori si stanno organizzando per capire se esiste la possibilità di chiedere rimborsi per quelle quote versate.
Una querelle emersa proprio pochi giorni prima del saldo finale della Tari e che, secondo molti, finirà nel conseuto modo italiano: a pagare sarà il cittadino che ha versato importi non dovuti.