Le SIM a consumo non esistono più, il consumatore diventa un abbonato. Codici: Informazioni ingannevoli delle compagnie telefoniche.
Le ricaricabili, in Italia, non esistono più.
Diversi operatori di telefonia mobile non offrono più SIM a consumo, obbligando di fatto i consumatori ad acquistare solo sim con promozioni attive. Il consumatore non è più libero di utilizzare indipendentemente il proprio denaro, come qualche anno fa, ma è costretto ad acquistare promozioni che trasformano di fatto una ricaricabile in un abbonamento.
Se, infatti, per un mese decidiamo di sospendere l’utilizzo delle nostre ricaricabili per poi decidere di riattivarle soltanto dopo uno o più mesi, succede che siamo comunque costretti a pagare i mesi pregressi per poter utilizzare la nostra promozione.
Come chiamereste voi questa consuetudine? Le compagnie telefoniche continuano a parlare di sim a consumo, ma in realtà si tratta di un vero e proprio canone. Le vecchie ricaricabili sono diventate troppo care e le nuove ci trasformano in un popolo di abbonati.
E’ emerso che negli stores non vengono più offerte SIM a consumo, obbligando di fatto i consumatori a prendere solo sim con promozioni attive. Nessun operatore, dunque, offre più la tariffa base e, nel caso in cui dovessimo trovarla, i costi eccessivamente elevati disincentivano il consumatore all’acquisto. Le politiche sono talmente aggressive da fare arrivare a costare la SIM senza promozioni anche 30€.
Codici avverte i consumatori che invece le sim con tariffe base sono obbligatorie: gli stores devono obbligatoriamente averla, in caso contrario invitiamo tutti gli utenti a segnalarcelo.
Sono evidenti una serie di inadeguatezze informative che di fatto costringono il consumatore a ricaricare, ogni 28 giorni, un abbonamento.
Codici, considerate le proporzioni del fenomeno che interessa un vastissimo mercato (quello delle ricaricabili occupa l’85% del mercato mondiale) aprirà un mega contenzioso collettivo, che coinvolge 72,2 milioni di Sim, nei confronti delle aziende telefoniche a causa dell’ingannevolezza dell’informazione che forniscono al consumatore.