Imposta di Successione sui Fabbricati Rurali. Qual è il trattamento tributario applicabile ai fabbricati rurali ai fini dell’imposta sulle successioni?
Rachele Bini
Imposta di Successione sui Fabbricati Rurali
Ai fini dell’imposta sulle successioni, la rendita dei fabbricati rurali è ricompresa nel reddito dominicale dei terreni ai quali sono asserviti. Il reddito dominicale, infatti, esprime un valore comprensivo anche dei fabbricati sovrastanti, sempre che tali costruzioni siano strumentalmente funzionali alle necessità del fondo e siano trasferite unitamente al fondo stesso, conservando tutti i requisiti previsti dall’articolo 9, commi 3 e 3-bis, Dl 557/1993 (ad esempio, il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione dal soggetto titolare del diritto di proprietà per esigenze connesse all’attività agricola svolta oppure la costruzione deve essere destinata alla protezione delle piante o alla custodia delle macchine). Pertanto, in sede di dichiarazione di successione, deve essere indicata la rendita catastale del fabbricato rurale, ma il valore imponibile da denunciare è pari a zero (risoluzione n. 207/E del 6 agosto 2009).
In sede di dichiarazione di successione i fabbricati rurali, come individuati ai sensi dell’articolo 9, commi 3 e 3-bis, D.L. 557/1993, devono essere dichiarati con indicazione della relativa rendita catastale, tuttavia, il valore imponibile da esporre è pari a zero.
Per effetto di quanto previsto dall’articolo 9, D.L. 557/1993 richiamato, con il preciso intento di creare un inventario il più possibile completo del patrimonio edilizio, tali immobili rurali dovevano essere iscritti nel Catasto edilizio urbano con attribuzione di rendita catastale, fermo restando il mantenimento della loro natura rurale.