Con 205 voti a favore, nessun contrario e 2 astenuti il Senato ha approvato il ddl n. 2541 sulle misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni.
Il provvedimento, già approvato dalla Camera dei deputati, è legge.
QUANTI COMUNI SONO INTERESSATI
Misure per il sostegno e la valorizzazione dei Piccoli Comuni, disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei loro centri storici: un provvedimento che riguarda 5.567 realtà, tanti sono i Piccoli Comuni italiani.
Si tratta del 70% dei 7.998 Comuni italiani dove vivono oltre 10 milioni di cittadini, il 16,59% della popolazione italiana, rappresentando anche oltre il 50% del territorio nazionale. Uno scrigno che racchiude qualità artistiche, naturali e anche enogastronomiche, visto che nei Piccoli Comuni vengono prodotti il 93% delle Dop e delle Igp, con il 79% dei vini più pregiati.
COSA PREVEDE LA LEGGE
Contrasto all’abbandono e sostegno alla diffusione dei quotidiani; tutela dei beni artistici e culturali e mercati agricoli per la vendita diretta dei prodotti a ‘filiera corta’ o ‘chilometro utile’; sviluppo della rete in banda ultra larga e un Fondo (dalla dotazione piuttosto esigua) per lo sviluppo strutturale, economico e sociale: questi alcuni dei temi del ddl. Oggi si conclude un iter lunghissimo, lungo quattro legislature inclusa l’attuale. Il ‘viaggio’ della legge sui Piccoli Comuni inizia il 3 luglio 2001, quando Ermete Realacci, oggi presidente della commissione Ambiente della Camera, presenta come primo firmatario il disegno di legge ‘Misure a sostegno delle attività economiche, agricole, commerciali e artigianali e per la valorizzazione del patrimonio naturale e storico-culturale dei Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti’. Dopo vari passaggi parlamentari, che vedono altri due voti favorevoli alla Camera tra legislature terminate prima che il testo potesse diventare legge e per questo riproposto, finalmente il ddl è giunto al Senato ed è stato approvato.
Ecco, in estrema sintesi, il contenuto del ddl Piccoli Comuni
L’articolo 1 enuclea le finalità del ddl, che riguarda i Comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti, provvedendo alla definizione di ‘Piccolo Comune’.
L’articolo 2 reca disposizioni in materia di attività e servizi.
L’articolo 3 istituisce un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni, per il finanziamento di investimenti per una serie di finalità. Il Fondo ha una dotazione di 10 milioni per il 2017 e di 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023.
L’articolo 4 concerne il recupero e la riqualificazione dei centri storici e la promozione di alberghi diffusi mediante interventi integrati pubblici e privati.
L’articolo 5 prevede l’adozione di misure volte all’acquisizione e alla riqualificazione di immobili al fine di contrastare l’abbandono di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado.
L’articolo 6 consente la stipula di intese per l’acquisizione di case cantoniere e la realizzazione di circuiti e itinerari turistico-culturali.
L’articolo 7 prevede la possibilità di stipulare convenzioni con diocesi della Chiesa cattolica e con altre confessioni religiose per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari degli enti ecclesiastici o degli enti delle confessioni religiose civilmente riconosciuti.
L’articolo 8 detta norme per lo sviluppo della rete in banda ultra larga.
L’articolo 9 del ddl sui Piccoli Comuni contiene disposizioni relative ai servizi postali e all’effettuazione di pagamenti.
L’articolo 10 concerne l’adozione di iniziative volte a garantire la distribuzione dei quotidiani anche nei piccoli Comuni.
Ai sensi dell’articolo 11, i piccoli Comuni potranno promuovere il consumo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta o a chilometro utile.
Secondo quanto previsto dall’articolo 12, essi destineranno specifiche aree per la realizzazione dei mercati agricoli per la vendita diretta.
L’articolo 13 reca disposizioni in materia di attuazione delle politiche di sviluppo, tutela e promozione delle aree rurali e montane, mentre l’articolo 14 concerne la programmazione di iniziative finalizzate alla promozione cinematografica in favore dei piccoli Comuni.
L’articolo 15 prevede la predisposizione di un Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane.
L’articolo 16 contiene la clausola di invarianza finanziaria, mentre l’articolo 17 dispone che nei confronti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano le disposizioni del ddl trovino applicazione compatibilmente a quanto previsto dai rispettivi statuti.
REALACCI: LEGGE AIUTERA’ PAESE AD AFFRONTARE FUTURO
“Una bella giornata per chi vuole bene all’Italia: con il varo pressoché all’unanimità del Senato possiamo finalmente brindare alla mia legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Un testo bipartisan approvato all’unanimità alla Camera lo scorso settembre, nato a partire da una mia proposta di legge cui durante l’esame a Montecitorio si è collegata quella analoga della collega Terzoni, che aiuterà l’Italia ad essere più forte e coesa, ad affrontare il futuro. Per ben tre volte, nelle passate legislature, questa legge è stata varata dalla Camera. Adesso è legge dello Stato. Un risultato raggiunto grazie ad un lavoro ampio e comune del Parlamento e al sostegno dell’Anci e di molte organizzazioni, a partire da Legambiente e Coldiretti”, commenta Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera e primo firmatario della legge sui Piccoli Comuni.
Questo testo, “di cui a Montecitorio sono stati relatori i colleghi Borghi, Iannuzzi e Misiani e di cui a Palazzo Madama è stato relatore Vaccari, è un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy- dice Realacci-. L’importanza dei Piccoli Comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti Sindaci”.
A chi critica l’esiguità del Fondo istituito Realacci ribatte: “Il fondo lo avrei fatto anche a zero: pur se in sede di Legge di Bilancio si dovrà fare una battaglia” per ottenere più risorse a favore dei Piccoli Comuni “quello che è importante è il cambiamento nella maniera in cui si guarda al futuro dell’Italia, a questo importante e prezioso segmento del Paese”.
“I nostri 5.567 Piccoli Comuni- prosegue Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera- amministrano più della metà del territorio nazionale e in essi vivono oltre 10 milioni di italiani. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti”.
E’ questo “il presupposto da cui parte questa legge a lungo attesa- prosegue Realacci- che propone misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. Previsti anche semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi, opere di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei centri minori. Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023”.