Ogni cittadino potrà ricevere in formato digitale (su Pec o servizio elettronico in linea con le regole Ue) ogni comunicazione e notifica, multe comprese, da parte della Pubblica amministrazione?
Addio raccomandate e vecchie cassette postali, arriva il domicilio digitale. Entro il 2019, infatti, ogni cittadino potrà ricevere qualsiasi tipo di comunicazione avente valore legale su un indirizzo elettronico, una sorta di cassetta di posta telematica. Multe, cartelle esattoriali e altri tipi di atti o comunicazioni potranno essere recapitate al domicilio digitale invece che al vecchio e obsoleto indirizzo postale. La novità è contenuta nel decreto legislativo correttivo del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, all’interno della riforma Madia.
Il Domicilio Digitale potrà infatti coincidere con un indirizzo di posta elettronica certificata o con qualsiasi servizio elettronico di recapito conforme alle norme europee che il cittadino vorrà scegliere. Sarà immediatamente strumento di comunicazione tra le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini che lo vorranno attivare subito. E sarà valido per ricevere qualsiasi tipo di documento e di notifica, dalle raccomandate alle multe. Per questo, oltre ai registri degli indirizzi delle imprese e delle amministrazioni pubbliche già esistenti (Ini-pec e Indicepa) viene creato l’elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e dei soggetti privati in formato aperto e liberamente consultabile.
I vantaggi ci saranno anche per i cittadini. Nella relazione tecnica del provvedimento, si legge infatti che il domicilio digitale non solo non rappresenta un costo aggiuntivo, ma anzi è “un risparmio netto di spesa pubblica“. Eliminate le spese postali, che si azzereranno con l’avvio di questa novità, si calcola che il risparmio ammonterà a circa 250 milioni di euro l’anno.
Il difensore Civico Digitale
Il decreto istituisce poi la nuova figura del difensore civico per il digitale, istituito dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) che avrà il compito di accogliere segnalazioni relative a presunte violazioni del CAD e di ogni altra norma in materia di digitalizzazione. Se la riterrà fondata, il difensore civico dovrà invitare il soggetto responsabile della violazione a porvi tempestivamente rimedio (non oltre 30 giorni).
L’accentramento dell’Ufficio del difensore consentirà una più efficiente ed efficace raccolta e gestione delle istanze dei cittadini e fornirà un punto terzo di orientamento nella corretta applicazione delle disposizioni tecniche del Codice. Le singole Amministrazioni risparmieranno i costi delle applicazioni telematiche, della predisposizione dei modelli, dell’instaurazione di un iter istruttorio. Per le amministrazioni maggiormente interessate (tra le 10 e le 30), in base al numero dei servizi erogati e dei cittadini interessati, si può stimare un costo di impianto di 30-40.000 euro per ciascuna amministrazione.