Il digital divide esiste ancora: se negli anni passati a fare la differenza era la possibilità di accedere alla Rete in senso assoluto, in questa fase il discrimine è rappresentato dalla velocità della connessione.
Un aspetto su cui l’Italia intera è indietro a livello europeo, e in cui i siciliani sembrano poco “moderni”.
Cablata, ma non usata
Infrastrutture, ma non solo: serve anche la volontà e la capacità di utilizzarle al meglio. E così, se anche la Sicilia ha un livello piuttosto elevato di cablatura del territorio per Internet veloce, sono ancora bassi in regione i livelli di richieste da parte di abitanti e imprese, che appaiono ancora poco coinvolti e informati sulle potenzialità che derivano dalla banda ultra larga.
La digitalizzazione della Sicilia
A fare il punto sulla situazione sono una serie di report sul livello di digitalizzazione in Italia e nell’Isola, non ultimo la relazione annuale dell’Agcom, presentata nelle scorse settimane, da cui arriva anche la sintesi migliore su questa situazione: non sempre allo sviluppo delle reti corrisponde una maggiore penetrazione, e questa affermazione è ancor più vera al Sud nel suo complesso e in modo particolare nella nostra Sicilia.
Non è digital divide (ma somiglia molto)
Guardiamo più da vicino i numeri per approfondire il discorso: attualmente, si stima che circa il 67,1 per cento delle unità abitative siciliane siano fornite di una connessione almeno a 30 Mbps, mentre solo nel 5,7 per cento del territorio è presente una rete ultraveloce fino a 100 Mega; e anche se non è corretto parlare di vero e proprio “digital divide“, perché la quota di abitanti dell’Isola completamente privo di copertura almeno Adsl è inferiore al punto percentuale, bisogna comunque tenere presente che in molti punti della regione le connessioni non offrono stabilità e buona qualità del segnale.
Il progetto Banda Ultralarga
Altro campanello d’allarme è quello sul futuro: secondo i piani del Governo e del Piano Banda Ultralarga, la Sicilia dovrebbe essere completamente cablata a 30 Mega entro il 2020, mentre alla stessa data la velocità a 100 Mega dovrebbe essere garantita almeno al 26 per cento delle unità abitative. Ci sono ormai meno di tre anni per raggiungere questi obiettivi, che però (come accennato) rappresentano solo il dato sulla carta.
Convincere i diretti interessati, gli utenti
Il problema maggiore è quello di convincere le famiglie siciliane: nonostante la disponibilità, infatti, nell’Isola cala la quota di persone che dispongono di un accesso a banda larga, rispettivamente del -7,1 per cento per il 2015 e del -8,5 per cento per il 2016. Tra le cause ci sono sia i disservizi prima descritti, sia la spesa richiesta per sottoscrivere gli abbonamenti al Web veloce; un contesto che potrebbe trovare giovamento dalla diffusione anche in Sicilia di operatori come Eolo, che ha già “conquistato” l’Italia settentrionale e centrale con la sua proposta di Internet senza linea fissa a costi convenienti.
In Italia Internet si usa principalmente per svago
Allargando l’analisi all’Italia, poi, il quadro diventa ancora più allarmante: a livello europeo, infatti, il nostro Paese è penultimo per il dato di utilizzo di Internet. Oltre ai social, i “naviganti” tricolore non sembrano ancora aver compreso a pieno le potenzialità della Rete, sfruttando meno dei nostri vicini europei gli strumenti online destinati ad acquisti, servizi bancari e video on demand, ovvero attività più “mature” e probabilmente più utili.