alberghiIl ddl Concorrenza all’esame del Senato rende “nullo” ogni patto con cui una struttura ricettiva accetti l’obbligo di non offrire al cliente un prezzo inferiore a quello dei portali online. Nucara (Federalberghi): “finalmente potremo aumentare le vendite dirette e ridurre i costi di intermediazione”.


 

Gli hotel potranno offrire sui propri siti tariffe più basse di quelle proposte attraverso i portali di intermediazione come Booking ed Expedia. E’ quanto prevede l’articolo 6 del ddl Concorrenza all’esame del Senato, che rende “nullo” ogni patto con cui una struttura ricettiva accetti l’obbligo di non domandare al cliente un prezzo inferiore a quello offerto tramite i portali online. Si tratta di una norma accolta male da questi ultimi – che sottolineano come in questo modo si danneggerà tanto la clientela quanto gli alberghi stessi e che esistono dubbi di violazione delle norme europee in materia – ma che incontra il favore degli albergatori”. Per Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, “finalmente gli hotel potranno aumentare le vendite dirette e ridurre costi di intermediazione che sono spesso superiori al 20%”.

 

L’obiettivo è “offrire ai clienti maggiori possibilità di scelta e di accesso a condizioni più favorevoli” e non far chiudere i siti di prenotazioni. Nucara ricorda anche che “una recente indagine della Commissione Europea ha dimostrato che nei Paesi in cui è stata adottata una normativa simile a qualla che sta adottando l’Italia il tasso di conversione delle online travel agencies non è diminuito, a conferma del fatto che la concorrenza fa bene a tutto il mercato”. “Con il disegno di legge sulla concorrenza potremo offrire prezzi più bassi anche sui nostri portali”, conclude il direttore generale di Federalberghi.