velo islamicoLa Corte europea di Strasburgo si pronuncia nuovamente sui divieti di indossare simboli religiosi che coprano il volto in luoghi pubblici: ecco quali decisioni sono state prese.


 

La Corte europea dei diritti umani ha avallato il divieto introdotto da Bruxelles di indossare il velo islamico integrale in pubblico. La Corte, opponendosi a due ricorsi che contestavano l’eventuale divieto, ha ritenuto che “la restrizione controversa mira a garantire le condizioni del vivere insieme come elementi della protezione dei diritti e delle libertà altrui e che può quindi essere considerata necessaria, in un società democratica”.

 

Entrambe le ricorrenti sono musulmane e indossavano il niqab, il velo che copre l’intero visto, lasciando scoperti solo gli occhi. Entrambe avevano fatto ricorso alla Corte Costituzionale belga contro il divieto stabilito dalla legge, ma i loro ricorsi sono stati respinti per i motivi sopra citati.

 

Poiché l’obiettivo delle autorità belghe è di favorire le relazioni tra i componenti di una società e agevolare certe condizioni di convivenza che lo Stato vuole per la propria società, il divieto non è incompatibile perché è anche frutto di una scelta sulla società da formare all’interno di uno Stato. Il velo islamico integrale, di cui oggi la Corte europea dei diritti umani ha avallato il divieto nello spazio pubblico nel caso specifico in Belgio, è bandito o limitato in diversi Paesi europei.

 

In Italia una legge del 1975 vieta di uscire con il volto coperto ma i tribunali hanno sistematicamente respinto le ordinanze municipali che si rifacevano a questa legge per vietare il velo integrale adducendo che il velo è il frutto più di una tradizione che di una volontà di nascondere la propria identità.

 

In allegato il testo completo della Sentenza (in lingua francese).