biometricaCome analizzare con oggettività i rischi e le debolezze derivanti dall’utilizzo delle nuove tecnologie di autenticazione, cercando di contemperare i loro innegabili vantaggi con i rischi derivanti dalla gestione di dati molto sensibili?


 

Questo uno degli spunti principali emersi durante il convegno SIGN.Eat, organizzato da AIFAG (Associazione Italiana Firma elettronica Avanzata biometrica e Grafometrica) che si è tenuto ieri a Milano presso il Centro Servizi BPM.

 

Identità e biometria, firme e sigilli, blockchain e trattamento del dato sono state le tre macrotematiche discusse dagli esperti che ne hanno messo in rilievo opportunità e pericoli oggettivi. Se, come sottolineato dal prof. Ziccardi dell’Università di Milano, giocando un po’ a fare gli hacker si può facilmente rilevare quanto sia semplice (e anche economico) violare dei sistemi biometrici, bisogna inoltre considerare, come ha evidenziato il notaio Stucchi (esponente del Direttivo Aifag) che il dato biometrico (pensiamo ad esempio a un’impronta digitale) non è un pin sostituibile: una volta carpito, il suo proprietario legittimo ne perde definitivamente la possibilità di utilizzo, quindi il danno arrecato da una violazione è ancora più dirompente.

 

Questo secondo Massimiliano Lovati, Presidente AIFAG, rende ancora più necessario che le aziende, ormai sempre più spesso orientate verso queste forme di autenticazione – prime fra tutte gli istituti di credito – strutturino al loro interno dei processi accurati di analisi dei rischi e documentazione dei trattamenti attivati e avviino dei team di professionisti caratterizzati da competenze multiple che sappiano gestire con efficacia gli aspetti privacy e l’adeguamento al Regolamento europeo.

 

In materia di firme elettroniche l’avv. Andrea Lisi, Segretario generale AIFAG, ha voluto sottolineare l’importanza di una corretta conservazione: “con le nuove tecnologie di firma stiamo passando dal semplice “segnare” (la firma autografa) al “consegnare” nostri dati delicatissimi che devono essere correttamente gestiti e conservati”. L’avv. Lisi ha inoltre ipotizzato alcuni dei possibili sviluppi del documento informatico nel prossimo futuro:“Dobbiamo abituarci a nuove forme documentali digitali più lontane da quelle attualmente utilizzate, le quali ci rassicurano con la loro somiglianza agli omologhi cartacei: nel futuro ci saranno documenti informatici a formazione progressiva e dati strutturati registrati in maniera affidabile, che richiederanno adeguati sistemi di conservazione in cui i metadati giocheranno un ruolo fondamentale”.