L’Istat ha pubblicato i principali dati della Notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle Amministrazioni Pubbliche (AP), riferiti al periodo 2013-2016, trasmessi alla Commissione Europea in applicazione del Protocollo sulla Procedura per i Deficit Eccessivi (PDE) annesso al Trattato di Maastricht.
I dati relativi a indebitamento netto e debito delle AP costituiscono le principali grandezze di riferimento per le politiche di convergenza per l’Unione Monetaria Europea (UEM) e sono stimati rispettivamente dall’Istat e dalla Banca d’Italia. Vengono inoltre forniti gli elementi di riconciliazione tra la variazione del debito delle AP e l’indebitamento netto e tra quest’ultimo e il fabbisogno del settore pubblico, calcolato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tutti i dati, riferiti ai consuntivi per gli anni 2013-2016, sono sottoposti al processo di verifica condotto da Eurostat e coordinato, sul piano nazionale, dall’Istat. Non sono, invece, qui riportate le previsioni ufficiali per il 2017, elaborate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, le quali non sono inserite in tale processo.
I dati dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche per gli anni 2013-2016 sono elaborati in conformità alle regole fissate dal regolamento Ue n.549/2013 (Sistema Europeo dei Conti – Sec 2010) entrato in vigore il 1° settembre 2014 e dal Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico edizione 2016; essi coincidono con quelli diffusi lo scorso 4 aprile3 (http://www.istat.it/it/archivio/198651 “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”).
Nel 2016 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (-40.809 milioni di euro) è stato pari al 2,4% del Pil, in diminuzione di circa 3,4 miliardi rispetto al 2015 (-44.197 milioni di euro, corrispondente al 2,7% del Pil). Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi), stabile rispetto al 2015, è risultato positivo e pari all’1,5% del Pil. La spesa per interessi, che secondo le nuove regole non comprende l’impatto delle operazioni di swap4 , è stata pari al 4% del Pil, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al 2015.
In allegato tutti i dati.