personale pubblica amministrazioneSi riaprono le porte per i nuovi ingressi di personale nei Comuni, con un cambio di rotta che può portare nei municipi un certo numero di assunzioni  in più rispetto a quelle previste dalle regole attuali.


Il governo viene in soccorso dei comuni, dopo anni di tagli e politiche di rigore.

 

Nel decretone approvato ieri insieme a Def e Pnr, con la formula «salvo intese» aperta quindi a eventuali correzioni che però non dovrebbero interessare questo capitolo, la novità principale arriva nei Comuni con più di 10mila abitanti, che hanno in organico i tre quarti dei dipendenti comunali complessivi e potranno sostituire il 75% degli usciti invece del 25% concesso dalle regole in vigore fino a oggi.

 

Inoltre, eleva al 90% il turn over per gli enti virtuosi nella gestione degli spazi finanziari per investimenti.

 

Negli enti più piccoli rimangono invece le regole attuali, che fra mille e 9.999 abitanti permettono la sostituzione di tre usciti ogni quattro quando l’ente rispetta i vincoli di finanza pubblica e non supera il rapporto dipendenti/popolazione previsto per i Comuni in dissesto, mentre fino a mille residenti il turn over è pieno.

 

Di certo lo sblocco sarà spalmato sul biennio 2017-2018, per toccare il 100% nel 2019.

 

Le amministrazioni potranno, nel triennio 2018­-2020, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni e con l’indicazione della relativa copertura finanziaria, assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale che possegga tre ordini di requisiti: a) sia in servizio con contratti a tempo determinato presso l’amministrazione che procede all’assunzione; b) sia stato già selezionato dalla medesima amministrazione con procedure concorsuali; c) abbia maturato alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni.

 

Il cambio di regole offre nuove chance anche a chi si è collocato nelle graduatorie dei vecchi concorsi, la cui validità è stata allungata a inizio anno dal Milleproroghe, ma impone agli amministratori di fare i conti prima di mettere mano alle assunzioni.