Alla vigilia dell’emanazione del decreto enti locali, ad alimentare la tensione tra Esecutivo e Comuni, c’è la problematica connessa alla sorte dei tagli previsti dalla spending review del Governo Monti e giudicati illegittimi dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. 251/2016.
La questione dibattuta riguarda lo schema di decreto del Ministero dell’interno concernente le riduzioni delle risorse da applicare a ciascun Comune per gli anni 2013 e successivi, ai sensi dell’articolo 16, comma 6 del decreto legge 6 luglio 2012, 95 convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.
Lo schema di decreto concerne le riduzioni da applicare a ciascun Comune per gli anni 2013 e successivi ex art. 16, comma 6 del decreto-legge n. 95/2012, come modificato dalla legge di bilancio 2017, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 129/16.
Dalla data del 9 febbraio 2016, in cui l’esame dello schema di decreto è stato per la prima volta iscritto all’ordine del giorno della Conferenza Stato-città ed autonomie locali, decorre il termine di 45 giorni a seguito del quale il decreto stesso può comunque essere adottato.
L’ANCI ha sottolineato il fatto che l’ipotesi di ripartizione dei tagli è venuta a determinare una condizione di squilibrio all’interno dei Comuni e ha rappresentato la volontà di sancire l’intesa condizionata all’impegno del Governo a reperire le risorse aggiuntive per attenuare l ‘impatto negativo su quei Comuni che hanno subito una maggiore penalizzazione dai tagli operati dallo Stato.
Pertanto, se entro la scadenza dei 45 giorni decorsi i quali è possibile adottare il decreto ministeriale, che cadrà il 25 marzo p.v., non ci sarà un impegno formale del Governo in tal senso, l’esito del punto all’ordine del giorno dovrà intendersi come mancata intesa.
In allegato il Comunicato della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali.