banca d'italiaI dati sul debito delle Amministrazioni pubbliche forniti dalla Banca d’Italia certificano, una volta di più, l’andamento discendente del debito dei Comuni che si riduce, nel biennio 2015-2016, di 1,3 miliardi, mentre i dati di gennaio 2017 confermano un ulteriore calo.


 

La Banca d’Italia fotografa un fenomeno in atto da tempo. Il debito comunale è infatti passato in pochi anni da 47 miliardi del 2010 ai circa 40 del 2016, in decisa controtendenza rispetto a quello delle Amministrazioni centrali, in costante aumento.

 

Ma lo stock di debito comunale, sebbene di modesta entità rispetto a quello dell’intera PA (inferiore al 2%) ed in costante riduzione, costituisce ancora un elemento di forte rigidità dei bilanci. L’incidenza media del debito (restituzioni e interessi) sulle spese correnti comunali è del 12% e risulta particolarmente gravosa per gli enti di minor taglia demografica: il 15% medio per un terzo dei comuni con meno di 5.000 abitanti e oltre il 18% per un quinto degli enti fino a 10.000 abitanti.

 

I Comuni, dunque, non hanno beneficiato se non in minima parte dell’attuale lunga fase di bassi tassi interesse e si trovano a sostenere forti oneri di servizio del debito non più coerenti con gli attuali valori di mercato e resi in molti casi insostenibili per effetto dei tagli di risorse intervenuti tra il 2011 e il 2015.

 

“Abbiamo più volte sollecitato governo e parlamento a una riflessione sugli effetti negativi che il peso del debito produce sulla capacità di spesa delle amministrazioni comunali – dice il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro – con particolare riguardo agli investimenti. Abbiamo anche avanzato delle proposte per abbattere le penali sull’estinzione dei mutui a più alto tasso d’interesse e per mettere a disposizione efficaci strumenti di ristrutturazione del debito. E’ urgente individuare soluzioni e strumenti condivisi che consentano ai Comuni di recuperare risorse da destinare ai servizi essenziali e agli investimenti locali. L’auspicio è di poter inserire già nel ‘decreto enti locali’ primi ed innovativi interventi”.