voucher-inps-tracciabilitàLa Commissione Lavoro della Camera ha approvato l’eliminazione totale, votando a favore dell’emendamento che abroga gli articoli 48, 49 e 50 del Jobs Act . Oggi il decreto in Consiglio dei Ministri.


 

Voucher, addio. La Commissione Lavoro della Camera ha approvato l’eliminazione totale, votando a favore dell’emendamento che abroga gli articoli 48, 49 e 50 del Jobs Act dedicati al lavoro accessorio su “definizione e campo di applicazione”; “disciplina del lavoro accessorio” e “coordinamento informativo a fini previdenziali”. L’emendamento prevede anche un periodo transitorio – fino al 31 dicembre 2017 – in cui si potrà continuare ad utilizzare i buoni lavoro già acquistati.

 

Il governo, nel Cdm di oggi, dovrebbe tradurre in decreto questa decisione della Commissione, di conseguenza dall’entrata in vigore dello stesso i buoni lavoro non potranno più essere venduti. La maggioranza parlamentare alla fine ha scelto la soluzione più drastica per affrontare la questione dei buoni lavoro e di fatto disinnescare il refrendum promosso dalla Cgil. “Oggi voteremo per l’abrogazione totale dei voucher”, aveva spiegato Patrizia Maestri (Pd), relatrice della proposta di legge.

 

“Ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati”, ha continuato Maestri sottolineando che l’abrogazione “va bene, è un risultato inatteso ma positivo, speriamo però che il governo non li faccia poi rientrare sotto altre forme”, ha concluso. “Noi – ha spiegato la deputata Pd – saremmo stati favorevoli a mantenere i voucher per le famiglie, ma a seguito del confronto con il governo andremo verso l’abrogazione”.

 

Il Consiglio dei ministri dovrebbe quindi adottare il relativo decreto.

 

“Chiediamo – conclude Maestri – che si tenga conto anche del tema appalti”, su cui pende l’altro referendum voluto della Cgil” La soluzione adottata dovrebbe confluire in un decreto che il governo sarebbe pronto a votare già venerdì. Il decreto dovrebbe comprendere anche norme che ristabiliscano il principio della solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore rispetto alle prerogative dei lavoratori, sterilizzando di fatto anche il secondo dei quesiti referendari proposto dalla Cgil.

 

Lo stesso esecutivo inizialmente aveva espresso al volontà di compiere un intervento di correzione, seppur significativo, lasciando comunque in vigore i buoni, ma negli ultimi giorni si è fatta strada la linea più dura, caldeggiata probabilmente anche dall’ex presidente del Consiglio Renzi, preoccupato delle possibili ripercussioni politiche di un eventuale insuccesso al referendum, fissato il 28 maggio.