Esopianeti: la scoperta della Nasa potrebbe essere l’inizio di uno studio per capire se esiste la vita all’esterno della Terra.
L’agenzia spaziale americana ha annunciato che un team internazionale di scienziati ha scoperto un sistema di sette pianeti rocciosi, di dimensioni simili alla Terra che ruotano attorno a una stella nana. La scoperta di 7 esopianeti nell’orbita di TRAPPIST-1 è tra le più importanti finora realizzate.
Gassosi, rocciosi ma soprattutto abitabili? Questa è la domanda che ritorna dopo annunci che aprono nuove prospettive, anche solo di studio nei prossimi decenni: ripercorriamo allora le principali scoperte sugli esopianeti degli ultimi anni.
La scoperta degli esopianeti – nome usato per indicare i pianeti che si trovano all’esterno del nostro sistema solare – è stata effettuata da un gruppo di astronomi guidati da Michaël Gillon dello STAR Institute dell’Università di Liegi, Belgio, ed è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature. Il nuovo gruppo planetario ha la quantità più alta di pianeti con dimensioni paragonabili alla Terra mai scoperta finora, e al tempo stesso ha il maggior numero di mondi con un’alta probabilità di avere laghi e oceani sulla loro superficie.
“Siamo davanti a pianeti comunque non perfettamente coincidenti con il nostro mondo. Le condizioni ambientali di quei luoghi non saranno mai sovrapponibili alle nostre. Come dire: meglio restare con i piedi per terra“
ha dichiarato in un’intervista l’astrofisica Maria Cristina De Sanctìs, ricercatrice dell’Inaf, Istituto Nazionale di Astrofisica.
Le osservazioni, iniziate nel settembre del 2015, sono state effettuate utilizzando un insieme di strumenti: il telescopio TRAPPIST-South (ESO, Osservatorio Europeo Australe, La Silla, Cile), il Very Large Telescope (ESO, Cerro Paranal, Cile), il telescopio spaziale Spitzer (Nasa, in orbita a 568 km) e altri telescopi attorno al mondo.
Dei sette pianeti, tre si trovano nella fascia abitabile, l’area abbastanza distante da una stella per avere temperature simili a quelle della Terra. Lo studio è stato svolto grazie a TRAPPIST, il telescopio finanziato dal governo del Belgio che si trova in Cile e nel 2016 ha scoperto altri due pianeti. Un altro elemento molto particolare di questo sistema è il fatto che i pianeti siano così vicini tra di loro da essere visibili a occhio nudo nel cielo di uno degli altri pianeti.
Esopianeti, li chiamano gli astrofisici, pianeti extrasolari, che ruotano attorno ad altre stelle. Il database della NASA ne segnala 3449 confermati, più qualche altro migliaio di candidati, per i quali cioè sono necessarie altre conferme.