agidDebiti della PA: la Commissione europea ha annunciato di avere inviato a Roma un parere motivato, secondo cruciale passaggio in una procedura di infrazione per violazione delle regole comunitarie.

 


 

La Commissione Ue, dopo due anni di ‘tregua’ in cui aveva messo in ‘stand by’ la procedura d’infrazione contro il nostro Paese per i ritardi nei pagamenti della Pa, ha deciso ora di passare alla seconda fase perchè, nonostante i leggeri miglioramenti registrati, il nostro resta il Paese con i tempi più lunghi tra i 28.

 

La Commissione Ue aveva aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sotto l’allora commissario Antonio Tajani, nel giugno 2014. Il governo italiano aveva successivamente preso provvedimenti che avevano portato nel settembre successivo il commissario Ferdinando Nelli Feroci a mettere l’Italia sotto ‘monitoraggio’ mettendo in ‘stand by’ l’avanzamento dell’infrazione.

 

L’Italia ha ora due mesi di tempo per rimediare o corre il rischio di essere deferita alla Corte di giustizia Ue.

 

«Chiedendo agli Stati membri di rispettare le regole sul ritardo dei pagamenti, proteggiamo le imprese e aiutiamo la competitività dell’Ue»

 

ha dichiarato la commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska.

 

Le aziende private a fronte di forniture, manutenzioni o lavori fatturati alla Pa vanterebbero crediti per 65 miliardi di euro. Di questi, 31 sarebbero importi non ancora liquidati perché dalla data di emissione della fattura non sono ancora trascorsi 30-60 giorni stabiliti e 34 da imputare ai ritardi nei pagamenti. I dati sono stati rilevati dalla Cgia di Mestre

 

I dati emersi dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sottolineano che l’anno scorso i tempi medi di pagamento della nostra Pa sono stati pari a 115 giorni, una soglia molto superiore rispetto ai termini previsti dalla Direttiva Ue che impone tempi compresi tra 30 e 60 giorni.