Segnali importanti sul fronte occupazione, espressione di aspettative di miglioramento del contesto economico da parte di diverse componenti imprenditoriali di rilievo. E’ quanto mostra il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, sulla base delle previsioni di occupazione delle imprese dell’industria e dei servizi per il I trimestre 2014.
Le attese di un possibile incremento delle esportazioni sostengono infatti le previsioni occupazionali delle imprese con oltre 50 dipendenti operanti in diversi comparti della manifattura made in Italy, a partire dalla meccanica (3mila i posti di lavoro in più entro marzo programmati da queste imprese). La ricerca di nuove strategie capaci di innescare la miccia della competitività è la spiegazione di una rinnovata domanda di lavoro – soprattutto qualificato – da parte delle imprese dei servizi innovativi e di supporto alle attività aziendali, alle quali si dovranno 5mila occupati in più. Una sempre elevata attenzione alla cura della persona è all’origine di una sostenuta ripresa delle assunzioni da parte delle attività di servizio ai cittadini, che dovrebbero mettere a segno un incremento della forza lavoro pari a 6mila unità. La dinamicità del tessuto economico lombardo e, in particolare, di Milano, metropoli sempre più proiettata verso Expò 2015, spiegano l’aumento occupazionale previsto di oltre 2mila unità.
La capacità di recupero di queste componenti imprenditoriali, tuttavia, rallenta ma non riesce ancora a fermare il percorso di discesa dell’occupazione nel settore privato, che a fine marzo dovrebbe registrare un bilancio negativo di 14.500 unità, come effetto delle quasi 185mila entrate attese a fronte di oltre 199mila uscite previste. Quello previsto per il trimestre in corso è il saldo più contenuto da oltre anno e mezzo, fatta eccezione per le previsioni del II trimestre 2013.
“Attraverso Excelsior cominciamo a cogliere i primi segnali di una ripresa occupazionale che ci auguriamo divenga più solida nei prossimi mesi”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Come ci attendevamo, essa parte dai segmenti più innovativi e proiettati all’estero del nostro sistema produttivo e da quei territori settentrionali che più rapidamente sono in grado di cogliere l’inversione del ciclo economico. Fa piacere comunque notare che anche nel Mezzogiorno il percorso di riduzione dell’occupazione sta rallentando, mentre le previsioni occupazionali delle imprese di servizi alle persone fanno sperare in una ripresa dei consumi delle famiglie”.
La dinamica contrattuale: le imprese puntano su posti di lavoro stabili
I contratti (sia di assunzione alle dipendenze, sia di collaborazione lavorativa a carattere autonomo) che le imprese prevedono di stipulare complessivamente nel 1° trimestre 2014 sono poco meno di 185mila. Le uscite previste sono invece quasi 199.400, per cui il saldo negativo tra i due flussi è pari a -14.500 unità. Più in dettaglio, tra gennaio e marzo di quest’anno, le imprese dell’industria e dei servizi prevedono di attivare 148.350 contratti di lavoro alle dipendenze, 102.100 dei quali a carattere non stagionale, 19mila stagionali e 27.100 interinali. A queste assunzioni si aggiungeranno 23.100 attivazioni di collaborazioni a progetto e 13.400 collaborazioni a partita Iva o occasionali.
Rispetto al I trimestre 2013, le imprese sembrano orientarsi soprattutto verso assunzioni “stabili”. Le più sensibili riduzioni di entrate riguarderanno infatti i contratti stagionali (che saranno il 26,2% in meno dello scorso anno, essenzialmente a causa del fatto che il periodo pasquale, nel quale di solito si concentrano le assunzioni stagionali per far fronte alla più consistente attività turistica, cade quest’anno nel secondo e non nel primo trimestre dell’anno), le collaborazioni a progetto (che saranno il 24,5% in meno dello scorso anno) e gli altri lavoratori a progetto o con partita Iva (che saranno il 40,5% in meno del I trimestre 2013). La riduzione delle entrate è invece decisamente inferiore per i lavoratori non stagionali e per gli interinali (-8,8% rispetto a un anno fa in entrambi i casi).
D’altra parte, l’andamento delle uscite subisce una discreta frenata (-15,5% tendenziale): a essa contribuisce con più intensità la componente dei lavoratori dipendenti non stagionali e stagionali, per i quali le uscite si riducono del 17,1%. Uscite in diminuzione, ma a ritmo più moderato, anche tra gli altri lavoratori non alle dipendenze (-14,5%) e tra i collaboratori a progetto (-6,8%); mentre i contratti in somministrazione vanno in controtendenza e mettono in luce uscite in deciso aumento (+22,8%). Il bilancio complessivo degli andamenti delle entrate e delle uscite è, dunque, ancora negativo, ma lievemente più contenuto rispetto a quello previsto nel trimestre corrispondente del 2013 (-15.150 unità).
Le previsioni per tipologia d’impresa e per settori
Oltre 103mila entrate previste nel trimestre interesseranno le imprese con 1-49 dipendenti, 31.100 quelle con 50-249 dipendenti, 50.700 le dimensioni aziendali maggiori. Rispetto allo stesso trimestre del 2013, la riduzione maggiore delle entrate riguarderà le imprese minori
(-21,6%), quindi le imprese con 50-249 dipendenti (-16,9%). Più contenuta, invece, la contrazione per le imprese maggiori (-2,0% rispetto a un anno fa). Il bilancio tra entrate e uscite resterà negativo esclusivamente per le imprese minori, che prevedono di dover ridurre la propria forza lavoro di oltre 30mila unità. 8.700 posti di lavoro in più (alle dipendenze o anche a carattere autonomo) saranno invece complessivamente creati dalle imprese con 50-249 dipendenti e 6.900 da quelle di taglia superiore.
Mentre non sembra cessare la caduta dell’occupazione nelle costruzioni (quasi 11mila i posti di lavoro che andranno persi nel trimestre in corso), diversi comparti del settore manifatturiero sembrano poter far tornare in attivo il bilancio tra entrate e uscite di personale. Di segno positivo sono infatti i saldi attesi per le industrie chimico-farmaceutiche, della plastica e della gomma (+3mila unità), per quelle metalmeccaniche e metallurgiche (+3.500) e per le altre industrie (+1.100). Inferiore alle 100 unità, invece, il saldo atteso per le industrie del legno e del mobile. Negativo, ma comunque mai oltre le mille unità, il saldo per gli altri comparti manifatturieri. Tra i servizi, il contesto appare ancora difficile soprattutto per le imprese legate ai servizi di alloggio e ristorazione (-12.300 il saldo atteso, anche a causa, come visto, di una diversa stagionalità che caratterizza questo 2014), per quelle del commercio (-4.400), dei servizi di trasporto e logistica (-1.700) e per i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (-1.160). Positivo invece il saldo per i servizi avanzati di supporto alle imprese (quasi 3.300 i posti di lavoro in più), i servizi informatici e delle tlc (+1.670) e, soprattutto, i servizi alle persone (il saldo tra entrate e uscite sarà positivo in questo caso per oltre 6mila unità).
Il Sud continua a cedere di più
Il maggior numero di entrate attese nel trimestre in corso riguarderà le imprese del Nord-Ovest (poco meno di 60mila), seguite da quelle del Nord-Est (45mila), del Mezzogiorno (44mila) e del Centro (37mila). Da tutte le ripartizioni, ad eccezione dell’area Nord-Occidentale, sono attese riduzioni dell’occupazione comprese tra le 3.400 unità del Nord-Est e le 6.500 del Sud e Isole. Positivo anche se solo per circa 200 unità il saldo delle regioni nord-occidentali.
A livello territoriale, i più consistenti segnali di recupero provengono dalla Lombardia: +2.400 il saldo previsto tra entrate e uscite nel I trimestre 2014, grazie essenzialmente alle buone attese della provincia di Milano, le cui imprese prevedono di creare oltre 2.600 posti di lavoro in più. Positivo ma inferiore alle 300 unità anche il saldo del Veneto, grazie al ruolo trainante di Verona, in cui il saldo ammonta a mille unità in più. A livello provinciale, alle spalle di Milano e Verona, si posizionano Roma (+750) e Bologna (+500). Sul fronte opposto, le difficoltà occupazionali più consistenti si prevedono in questo trimestre in Toscana (-2.800) e in Trentino Alto Adige (-2.500) e, a livello provinciale, a Bolzano (-1.500 il saldo tra entrate e uscite) e a Trento (-1.000).
Più della metà dei posti di lavoro offerti andrà a laureati e diplomati
Tra gli aspetti che più fortemente caratterizzano le previsioni di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi nel I trimestre dell’anno, vi è sicuramente il significativo innalzamento della quota di assunzioni (limitatamente alle 121.200 entrate a carattere stagionale e non stagionale) riservate ai laureati e diplomati. Le quote di laureati e diplomati sul totale delle assunzioni previste (rispettivamente, 14,1 e 43,1%) superano i corrispondenti valori dello stesso periodo dello scorso anno (13,5 e 38,8%) e raggiungono così i livelli più alti da quando è disponibile la serie storica (ossia dal IV trimestre 2011). Questo fenomeno pertanto non ha natura congiunturale, ma prolunga, rafforzandola, una tendenza in atto ormai da quasi un anno. Le quote di qualificati e di personale senza alcuna formazione specifica si attestano invece rispettivamente al 17,6 e al 24,8%, riducendosi entrambe di 2-3 punti rispetto al 1° trimestre del 2013.
Le professioni più richieste nel trimestre
Anche se la domanda di lavoro prevista nei primi tre mesi del 2014 rimane debole, vi è comunque un discreto numero di professioni (10 su 38), per le quali le assunzioni previste toccano i valori massimi degli ultimi quattro trimestri. La metà di esse (per circa 17.200 assunzioni) sono professioni operaie specializzate (nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, nelle industrie del tessile-abbigliamento-calzature, nelle industrie del legno e della carta, nelle industrie chimiche e della plastica), a indicare una sommessa ripresa dell’attività produttiva per alcune tipologie d’impresa. Altre importanti professioni tra queste dieci sono quelle dei tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (quasi 5.500 assunzioni), degli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari (oltre 5.200), dei tecnici della sanità e dei servizi sociali (3.700), e di ingegneri, architetti e professioni assimilate (quasi 2.200). Buone prospettive anche per altre nove professioni (con 30.400 assunzioni), cinque delle quali sono professioni tecniche e specialistiche di alto livello (tecnici amministrativi e finanziari e bancari, tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale, specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali, specialisti delle scienze della vita, specialisti della salute). A esse si aggiungono, in particolare, il personale di segreteria e servizi generali (oltre 8 mila assunzioni), i commessi e altro personale qualificato nella grande distribuzione (quasi 5.200), gli operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori (quasi 4.600).
Un terzo gruppo di otto professioni (pari a 28.400 assunzioni) si colloca invece al di sotto della media degli ultimi quattro trimestri. Vi figurano tre professioni non qualificate, la più numerosa delle quali, con oltre 9.500 assunzioni, è quella del personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone; di rilievo anche i commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso (9.500 assunzioni) e i conduttori di mezzi di trasporto (oltre 4.400). Per le ultime undici professioni, le assunzioni previste sono invece ai minimi dell’anno. La più numerosa tra esse è quella di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (quasi 12.400 assunzioni, che comunque resta pur sempre la prima in assoluto), seguita da quella degli addetti all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza della clientela (quasi 4.400) e dagli operai specializzati e conduttori di impianti nell’industria alimentare (3.400).
FONTE: Unioncamere