I Fondi strutturali e di investimento europei cambiano. L’approccio rivoluzionario tracciato dai Regolamenti per la nuova programmazione 2014-2020 ridefinisce infatti la ragione d’essere degli strumenti di investimento che l’Ue mette a disposizione dei paesi membri per dare attuazione agli orientamenti per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva tracciati dalla strategia Europa 2000 . L’Italia ha raccolto la sfida e sta lavorando ad una programmazione per un’allocazione efficace ed efficiente dei 32268 milioni di euro di risorse comunitarie destinate.
All’interno del complesso quadro di ridefinizione del metodo e del merito del nuovo ciclo di programmazione, un peso fondamentale è attribuito al documento Accordo di Partenariato, lo strumento previsto dal Regolamento della Commissione Europea attraverso il quale ogni Stato Membro stabilisce la strategia – risultati attesi, priorità, metodi di intervento – di impiego dei fondi comunitari per il periodo di programmazione 2014-2020. Il documento deve essere elaborato dallo Stato Membro in cooperazione con il partenariato “esteso” contemplato all’art. 5 dello stesso regolamento e preparato in dialogo con la Commissione Europea. I paesi membri hanno 4 mesi di tempo dalla pubblicazione dei Regolamenti per la presentazione dell’Accordo.
L’Italia ha anticipato i tempi e inviato la seconda bozza di accordo lo scorso 9 dicembre. Si tratta del risultato di lungo lavoro avviato in seguito alla presentazione del documento “Metodi o obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014 – 2010” “ al Consiglio dei Ministri nel dicembre 2012, dal Ministro per la coesione territoriale, d’intesa con il Ministro del lavoro e il Ministro delle politiche agricole, forestali e alimentari, documento che di fatto anticipava le “rivoluzioni” ora contenute nei regolamenti sulla nuova programmazione.
Come sottolineato nei numerosi documenti, il contributo del partenariato diventa fondamentale nell’intero processo di programmazione dei fondi strutturali. È per questo che ai tavoli tecnici di confronto partenariale hanno preso parte, oltre alle Amministrazioni centrali interessate per materia, alle Regioni e alle Associazioni rappresentative degli Enti locali, il partenariato economico-sociale rilevante rispetto ai temi della programmazione e la rappresentanza della società civile.
Nel corso dei workshop territoriali fino ad ora realizzati nell’ambito del progetto S.P.E.S. Lab – Servizi per le parti economiche e sociali di tipo laboratoriali, le Parti Economiche e Sociali territoriali raggiunte nelle diverse regioni d’Italia hanno avuto modo di approfondire con referenti istituzionali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e con le Autorità di gestione regionali le linee di intervento, le strategie, i risultati attesi e le priorità di investimento riportate nella bozza di accordo di partenariato (in valutazione alla Commissione) rispetto ai tre obiettivi tematici individuati nel regolamento e per i quali è prevista l’allocazione del FSE:
- Obiettivo 8: Occupazione (Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori). La priorità è il sostegno concreto ai giovani per entrare nel mercato del lavoro. Per fare ciò è necessario attuare progetti mirati a formare i cittadini, ad aiutarli a trovare un’occupazione, a sostenere l’imprenditorialità e il giusto incontro tra domanda e offerta di lavoro, a combattere il fenomeno dei NEET.
- Obiettivo 9: Inclusione sociale e lotta alla povertà (Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà). Sicurezza finanziaria, indipendenza, senso di appartenenza e sviluppo delle competenze sono le parole chiave di questo obiettivo che si realizza attraverso iniziative in grado di assicurare ai cittadini svantaggiati le stesse opportunità riservate agli altri.
- Obiettivo 10: Istruzione e formazione (Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l’apprendimento permanente). Istruzione di qualità per migliori opportunità professionali. Il FSE finanzia iniziative volte a migliorare l’istruzione e la formazione e ad assicurare che i giovani completino il loro percorso formativo e ottengano competenze in grado di renderli più competitivi sul mercato del lavoro
Il punto di vista delle PES regionali è quello di osservatori privilegiati e portatori di conoscenza rispetto alle esigenze dei territori e, nell’ottica di una condivisione della strategia e delle linee di intervento, fornisce essenziali punti di riflessione per orientare al meglio l’utilizzo dei fondi verso le effettive priorità del paese.
FONTE: Forum PA
AUTORE: Giovanna Stagno