“E’ una vittoria del popolo italiano che non si è fatto infinocchiare da una riforma assurda e eversiva”. È il commento dalla Sapienza di Roma di Alice nel ‘day after’ il referendum costituzionale che ha sancito la netta vittoria del “no”. Ed oggi la Città universitaria è meno affollata del solito proprio per i “festeggiamenti fino alle 5 di notte” di molti sostenitori del “no” che hanno disertato le lezioni del mattino.
Referendum vittoria dei giovani
“Il rottamatore è stato rottamato – ha detto Alberto – ed è stato rottamato proprio dai giovani che, secondo alcuni sondaggi, si sarebbero espressi in tal senso in 8 su 10”. “Questa è la vittoria del popolo italiano, ma anche dei giovani. Ci siamo mobilitati da subito per ribadire la nostra contrarietà a questa riforma. E direi che ci siamo fatti sentire”, ha sottolineato anche Martina. Non solo festeggiamenti ma anche incertezza e qualche timore, “la riforma non mi piaceva – ha detto Francesco – ma ho votato comunque si’. Ora si apre un periodo di probabile instabilità politica e spero che questo non paralizzi ancora di piu’ il Paese”.
Referendum vittoria dei giovani, Elezioni subito o governo tecnico?
Elezioni subito o governo tecnico? “Credo che andare alle elezioni ora- ha ripreso Francesco- non porti a nulla di buono. Spero che Mattarella nomini un governo di transizione che porti almeno a termine la riforma elettorale”. Totalmente a favore del sì, invece Roberta. “Era un’occasione di cambiamento e di rinnovamento – ha dichiarato – ora tutto tornerà come prima e l’immobilismo la farà da padrone. Sono riemersi personaggi dal dimenticatoio e se non sarà un ritorno alla prima Repubblica poco ci manca”. Per quel che riguarda il rischio – paventato da alcuni – di derive populiste, gli studenti non si scompongono: “la cosa importante è ridare la parola agli elettori – ha spiegato Alessio – e gli stessi sapranno scegliere come hanno fatto in questa occasione. La vittoria del no non è la vittoria dei Salvini, delle Meloni e nemmeno dei ‘grillini’, ma di un popolo che non credeva più alle bugie di un premier che ha scritto una riforma a sua immagine e somiglianza”. Per questo, “è bene che nessuna forza politica rivendichi la paternità del risultato del referendum, che è solo del popolo italiano”.