Come studentesse e studenti sentiamo la necessita’ di prendere parola in un dibattito pubblico estremamente politicista, in cui i giovani sono oramai una parola vuota e retorica agitata nei talk show da Renzi per spostare consenso”.
Studenti oggi in piazza in 39 città per il «No» al referendum del 4 dicembre. Da Roma a Torino, da Napoli a Bari, in Sicilia e in Sardegna, l’unione degli Studenti, il coordinamento universitario Link e la Rete della conoscenza manifesteranno nella giornata internazionale degli studenti, convocata per ricordare l’opposizione ai regimi totalitari e all’autoritarismo.
Così Martina Carpani, Coordinatrice Nazionale della Rete della Conoscenza sul corteo nazionale indetto per domani da Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link-Coordinamento. Tra i “bisogni reali di cui non si preoccupa nessuno” per gli studenti ci sono “il nostro diritto allo studio, al lavoro, alla pensione”. E la responsabilità, dicono “non è certo della Costituzione, ma della politica che ha avuto altre priorità e continua ad averne, che ci ha reso più precari con i voucher ed ha distrutto le nostre scuole con la Buona Scuola per poi tornare ad occuparsi di altro”.
“Questo referendum non divide i conservatori dagli innovatori, ma solo chi ha di più ed ha sempre deciso e chi ha di meno e non ha mai deciso nulla”, dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti che, sottolineando come il 17 novembre sia la giornata internazionale degli studenti contro ogni autoritarismo, accentua il valore storico e la scelta di scendere in piazza proprio in quella data.
“Come studentesse e studenti ci opponiamo anche ad una legge di stabilità fatta di spot elettorali. Vogliamo un sistema universitario più democratico e inclusivo per costruire – conclude Andrea Torti, coordinatore nazionale di Link-Coordinamento Universitario – un’università non per pochi ma per tutti”.