Il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa al netto della quota finanziata da debito entra nei calcoli del pareggio di bilancio anche per il 2017-2019. Nelle bozze della legge di bilancio rientra la novità più importante per gli investimenti locali.
Si tratta del meccanismo di gestione della spesa in conto capitale che continua a favorire il raggiungimento del pareggio di bilancio e il “bonus”, che nel 2016 vale 660 milioni, continua a essere pieno e non contingentato a una quota prefissata. Per i contribuenti, invece, la conferma più rilevante arriva sul blocco degli aumenti per le aliquote locali, che rimane in vigore anche per l’anno prossimo come il sistema in cui convivono Imu e Tasi sugli immobili diversi dall’abitazione principale.
La parola chiave della manovra sui bilanci locali, comunque, continua a essere quella degli investimenti. Per favorirli arriva anche la chance aggiuntiva che evita di congelare nel risultato di amministrazione le risorse accantonate nel fondo pluriennale 2015 che non si sono trasformati in pagamenti quest’anno anche a causa dell’effetto ritardo nato con la riforma degli appalti.
Per cogliere l’opportunità, che riguarda le risorse comunque collegate a progetti esecutivi, i Comuni dovranno approvare i preventivi entro il 31 gennaio, e non entro la scadenza generale del 28 febbraio fissata dalla stessa legge di bilancio, e arrivare all’impegno di spesa entro fine 2017. Non entra in legge di bilancio lo sblocco degli avanzi, che però dovrebbe trovare la luce in un nuovo decreto sulla prevenzione anti-sismica perché i risparmi dei Comuni con i bilanci più solidi potranno essere scongelati se collegati a progetti nazionali di prevenzione.
Sul pareggio di bilancio arriva anche il nuovo meccanismo di premi e sanzioni. La sanzione base sarà un taglio del fondo pari all’entità dello sforamento, con obbligo di recupero triennale sugli obiettivi degli anni successivi e accompagnata dal consueto blocco di assunzioni e investimenti oltre a un taglio dell’1% della spesa corrente. Se però lo sforamento non supera il 3% delle entrate finali, il blocco delle assunzioni riguarderà solo i tempi indeterminati, gli impegni di parte corrente dovranno essere pari a quelli dell’anno prima e il taglio alle indennità degli amministratori sarà del 10 e non del 30%.
Per chi rispetta il pareggio di bilancio senza superarlo di oltre l’1%, quindi senza congelare risorse eccessive nell’overshooting da mancata programmazione, arrivano invece dei premi che alzano i livelli massimi di spesa del personale.