Nel giorno in cui ripartono le demolizioni, il sindaco anti-abusivi getta la spugna. Angelo Cambiano, giovane primo cittadino di Licata, grosso centro dell’Agrigentino, che da mesi porta avanti la lotta contro gli abusivi del suo paese, ha annunciato, nella tarda serata di ieri, durante un’assemblea ristretta, che lunedì presenterà ufficialmente le sue dimissioni da primo cittadino. Cambiano, che dopo l’incendio della sua abitazione vive sotto scorta, si dice “deluso” e “abbandonato” dallo Stato.
“Mi erano state date rassicurazioni che la legge sarebbe stata applicata dappertutto – denuncia in assemblea – siccome alle rassicurazioni non sono seguiti i fatti, perché non vedo altri segnali in altri territori, ritengo profondamente ingiusto che lo Stato sia presente per portare avanti le demolizioni, ma non sia presente per ascoltare le richieste di aiuto di un sindaco quando non può pagare gli stipendi a fine mese.” “E’ vero, le sentenze si rispettano – dice Cambiano – ma non possono essere eseguite dopo 15 anni, o 20 anni. Ma, soprattutto, vanno rispettate ovunque, la legge non può essere applicata solo a Licata”.
«La vicenda delle demolizioni è complessa. Non può essere un confine territoriale a decidere quale villetta abusiva si può abbattere e quale no – ha spiegato -. A Licata, al momento, sono stati abbattuti ben 22 immobili abusivi. Siamo stati l’unico Comune a portare avanti, con determinazione, l’opera di ripristino della legalità. Perché le sentenze vanno rispettate. Ma siamo stati gli unici».
Già qualche settimana fa il Sindaco, in una lettera indirizzata al presidente della Regione ed a quello dell’Ars, oltre ad avere ricordato anche la richiesta di intervento del Genio militare, aveva sottolineato che il problema dell’abbattimento degli immobili insanabili non può essere affrontato a livello locale da un sindaco e da un dirigente, anche per le note difficoltà economiche in cui versano i Comuni siciliani.