Entro sabato il governo concluderà il progetto di bilancio da inviare a Bruxelles , mentre per l’articolato vero e proprio da mandare alle Camere ci sarà tempo ancora fino al 20, come prevede la nuova legge di Bilancio. In piedi anche l’ipotesi di rottamazione delle cartelle di Equitalia.
Un anticipo dei 900 milioni con cui sarà rifinanziato il Fondo di Garanzia per le pmi, come annunciato da Matteo Renzi. Un bonus per chi ha da due figli in su, su cui ancora “c’è un confronto aperto”, come ha confermato il ministro Giuliano Poletti. E, forse, una boccata di ossigeno per 25mila precari della scuola, su cui è aperta la ‘trattativa’ tra Economia e Istruzione per trovare le risorse. Sono alcune delle ultime novità che emergono dal ‘cantiere’ della prossima manovra che si chiuderà, però, solo sabato prossimo quando il governo approverà, come ha confermato il premier, la legge di Bilancio per il 2017. Una legge che consentirà, per certo e con modalità diverse, l’uscita anticipata dal lavoro, anche se non è ancora definito il perimetro di chi potrà accedere alla cosiddetta ‘Ape social’ per andare in pensione in anticipo. Fatto l’accordo con i sindacati, costato al premier, come ha detto lui stesso scherzando a Susanna Camusso, “una settimana di antibiotico”, le risorse sul piatto per il primo anno oscillano ancora tra 1,2 e 1,6 miliardi. E larga parte dell’incertezza è legata ancora ai calcoli che si stanno facendo per definire la platea di chi potrà avere il ‘reddito ponte’, pagato dallo Stato.
Se è sicuro che a usufruire del meccanismo dell’Ape gratuitamente saranno i disoccupati di lungo corso, i lavoratori disabili o chi abbia genitori o figli disabili gravi da accudire, più complesso sembra al momento affiancare altre categorie come chiedono i sindacati (si è parlato delle maestre della prima infanzia e degli infermieri di sala operatoria). Con le parti sociali potrebbe comunque esserci un altro incontro, tecnico, tra giovedì e venerdì, prima del varo della manovra.
Entro sabato, in realtà, il governo concluderà il progetto di bilancio da inviare a Bruxelles (il draft budgetary plan), mentre per l’articolato vero e proprio da mandare alle Camere ci sarà tempo ancora fino al 20, come prevede la nuova legge di Bilancio. Il documento sarà messo a punto sulla base del quadro macroeconomico delineato con la nota di aggiornamento al Def, che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, tornerà a spiegare alle commissioni di Camera e Senato dopo i dubbi espressi dall’Ufficio parlamentare di Bilancio che, allo stato, con le informazioni fornite finora, non sarebbe in grado, come ha spiegato il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro, di validare il quadro programmatico. Il governo sarebbe intenzionato a confermare le previsioni, fornendo però maggiori dettagli sull’impatto che le misure in preparazione avranno sul tasso di crescita. E se il focus resta sul sostegno alle imprese, con la possibilità di anticipare “già al 2016″ parte dei 900 milioni per il fondo di Garanzia delle pmi”, come annunciato dal premier, la manovra potrebbe portare novità anche per il mondo della scuola.
Proprio in queste ore si sta lavorando ad alcune ipotesi sugli organici. Al Ministero sono stati convocati i sindacati per affrontare il tema della stabilizzazione di 25mila precari inseriti nell’organico di fatto (cioè chi ogni anno viene chiamato per le supplenze lunghe) che finirebbero così nell’organico di diritto, cioè assunti a tutti gli effetti (e pagati quindi anche durante i due mesi estivi). Su questo c’è una trattativa del Miur con il ministero dell’Economia per il reperimento dei fondi. Le stime parlano di 200 milioni di euro necessari per l’operazione. Inoltre, il Miur vorrebbe intervenire anche con un piano per gli Ata, con 10mila assunzioni: 5mila già previste dal turnover e le altre 5mila straordinarie con risorse da reperire nella legge di Bilancio. Oltre all’aumento del deficit, saranno per lo più la spending review e la lotta all’evasione fiscale a finanziare la prossima legge di bilancio. In particolare, dalla riapertura dei termini della voluntary disclosure, la procedura volontaria di rientro dei capitali dall’estero, sono attesi 4 miliardi. In piedi anche l’ipotesi di “rottamare” le cartelle di Equitalia.