Semaforo verde ai genitori che vogliono mandare i figli a scuola con il cestino pieno di pietanze preparate a casa. Un’ordinanza del tribunale di Torino, depositata dopo mesi di battaglie giudiziarie, respinge un reclamo presentato dal Miur e, di fatto, autorizza chiunque lo desideri a rifiutare il servizio mensa.
Il tribunale di Torino ha respinto il reclamo del Ministero dell’Istruzione contro la decisione di un giudice che, di fatto, aveva riconosciuto alle famiglie il diritto di mandare i bambini a scuola portandosi il pasto da casa. La Corte d’appello aveva sentenziato a giugno l’obbligo di poter consumare il panino solo per i figli di 58 genitori che avevano presentato ricorso: adesso invece passa il principio che il diritto vale per tutti e quindi le scuole dovranno organizzarsi.
Dopo giorni di attesa,consumata tra la posta elettronica e Facebook, la decisione è arrivata nel primo giorno di attivazione a Torino del servizio di refezione scolastica. Il diritto non vale quindi solo per le 58 famiglie che hanno vinto la causa in corte d’Appello.
I bambini che porteranno il pasto da casa, tra l’altro, non dovranno consumare il pranzo divisi dai propri compagni che mangeranno il cibo della mensa poichè anche il pranzo è visto come un momento formativo e i bambini che porteranno il pranzo da casa non possono essere isolati dagli altri e avranno diritto alla stessa assistenza gratuita fornita dal corpo docente.
La battaglia legale per il “panino libero” risale a due anni fa quando i genitori avevano presentato il ricorso iniziale per poter mandare a scuola il figlio con un pasto preparato a casa anziché avvalersi del servizio comunale. Il Miur si è sempre opposto a questo diritto al panino con la scusa che era impossibile sorvegliare i ragazzi che non mangiano in mensa. Ma i genitori, esasperati dall’aumento dei costi e contrari alla mensa massificata, hanno deciso di far valere le proprie ragioni in tribunale.