sindaci, area, irapI pensionati del lavoro autonomo (agricoltori, commercianti e artigiani) mercoledì 14 faranno il loro “debutto” con la sigla Cupla e soprattutto con una manifestazione pubblica alla quale parteciperà il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

 

In piena crisi dei corpi intermedi la rappresentanza cerca di andare in contropiede e di allargare la propria platea di riferimento. Stiamo parlando dei pensionati del lavoro autonomo (agricoltori, commercianti e artigiani) che mercoledì 14 faranno il loro debutto nell’arena politico-sindacale romana con la sigla Cupla e soprattutto con una manifestazione pubblica alla quale parteciperà il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il casus belli è rappresentato dalla mancata erogazione del bonus degli 8o euro ma più in generale i pensionati autonomi sono convinti di subire un trattamento di serie B rispetto ai loro colleghi ex dipendenti, che grazie alle organizzazioni confederali presidiano da tempo e con efficacia il campo al punto — si dice —da condizionare grazie alle tessere le decisioni di Cgil-Cisl-Uil e di apparire agli occhi dell’opinione pubblica addirittura come una lobby.

 

Le organizzazioni del ceto medio autonomo che stanno dietro la manifestazione di mercoledì sono otto e rispondono alle sigle di Confartigianato, Confagricoltura, Cia, Confcommercio, Cna, Coldiretti, Confesercenti e Casartigiani. Per validare le loro posizioni gli organizzatori hanno affidato al centro ricerche Cer un’indagine che spieghi in maniera articolata e convincente la condizione di disagio economico e sociale dei propri rappresentati. La tesi di fondo è che esiste una disparità di trattamento tra ex dipendenti ed ex indipendenti che vede questi ultimi pagare più tasse, guadagnare di meno ed essere esclusi dai bonus governativi.

 

I pensionati autonomi sono circa 4,5 milioni più o meno equamente distribuiti tra i tre settori (agricoltura, commercio e artigianato), le donne però sono nettamente la maggioranza (2,5 milioni contro 2). Secondo il Cer negli anni della Grande Crisi il malessere sociale fra i pensionati si è allargato per l’iniquità del prelievo fiscale e l’inadeguatezza del meccanismo di indicizzazione. Tra il 2009 e il 20161e pensioni di 1500 euro mensili lorde avrebbero perso circa il 4% per cento del loro potere d’acquisto. Sarà interessante vedere alla vigilia del varo della legge di Bilancio come risponderanno il governo e il ministro Poletti alle istanze del Cupla, intanto vale la pena sottolineare come la rappresentanza vada in cerca di nuove platee ma i giovani rimangano invece, ancora una volta, fuori dal circuito.