assegno ricollocamento dicoccupati lavoroPotrà ottenere il voucher per il ricollocamento solo chi ha fruito della Naspi e risulta disoccupato da oltre 4 mesi. Il beneficiario potrà rivolgersi anche a soggetti privati accreditati. Partirà entro fine anno l’assegno di ricollocazione per i lavoratori disoccupati. Lo afferma Maurizio Del Conte presidente dell’Anpal, la neonata agenzia per le politiche attive sul Lavoro prevista dal Jobs Act. La misura prevista dall’articolo 23 del decreto legislativo 150/2015 è stata istituita, a domanda, in favore dei lavoratori percettori della NASpI la cui disoccupazione ecceda iquattro mesi per agevolare la ricerca di un posto di lavoro. Nelle prossime settimane sarà pronto il sito dove i disoccupati potranno iscriversi e avere accesso al voucher tra i 2 mila e i 5 mila euro da spende­re presso strutture pubbliche e private di collo­camento al lavoro anche se per il decollo complessivo dello strumento si dovrà attendere almeno la fine dell’anno.

 

“Entro Natale sarà avviata la fase sperimentale che durerà fino a quando il sistema non entrerà a regime”, ricorda Maurizio Del Conte.”Vogliamo stimolare la cultura della ricollocazione, non il sostegno al reddito, ed evitare il mercato fasullo della ricollocazione quello dei colloqui ‘a tempo indeterminato’ – spiega l’economista, non ché ideologo dell’intervento – forzando sulla parte ‘a risultato’ e riducendo al massimo quella ‘a processo’. In sostanza: Niente assegno se non ricollochi”.

 

L’offerta Prima si partirà con 10mila offerte a disoccupati estratti a sorteggio su scala nazionale come in tutte le fasi sperimentali, per poi arrivare a regime, entro il 2017, a poter offrire il voucher a tutti i disoccupati aventi diritto, circa 1 mln. Ma a occhio e croce ci si aspetta che gli interessati al nuovo strumento siano circa la metà o meno. Per la fase di avvio l’Anpal mette sul piatto una dotazione finanziaria da 400 mln di euro. Se non bastasse si provvederà ad aumentare la dotazione e la fase sperimentale è indispensabile ‘per prendere le misure’ sull’accoglienza al voucher” ricorda Del Conte.

 

Il valore. Il suo va­lore dipenderà dal grado di occupabilità del ri­chiedente che dovrà essere definito dal centro per l’impiego attraverso un algoritmo automatico: minori sono le possibilità di impiego, più elevato sarà l’importo del voucher o la dote a disposizione del lavoratore (in media sui 1.500 euro, aumentabile anche a 3-5mila nei casi più complicati).  A questo punto, il disoccupato sceglierà, tra le strutture private e pubbliche accreditate dalla regione, l’agenzia per il lavoro dalla quale farsi assistere nella ricerca di una nuova occupazione. E’ prevista l’assegnazione al lavoratore anche di un tutor o job advisor, che lo seguirà nel percorso verso un nuovo impiego e un eventuale percorso di riqualificazione professionale.

 

Ma l’agenzia sarà remunerata (dallo Stato o dalla regione con la dote attribuita al lavoratore) solo a occupazione trovata. Il voucher, in altri termini, sarà pagabile solo a seguito dell’effettivo ricollocamento del lavoratore, cioè solo a risultato ottenuto e non per l’attività comunque svolta genericamente a sostegno del soggetto. Da segnalare, comunque, che l’assegno di ricollocazione sarà rilasciato nei limiti delle disponibilita’ assegnate a tale finalita’ per la regione o per la provincia autonoma di residenza. L’assegno, il cui importo non costituirà reddito imponibile, se richiesto (l’assegno è, infatti, facoltativo) dovrà essere “speso” dal disoccupato entro due mesi dalla data di rilascio dell’assegno a pena di decadenza dallo stato di disoccupazione e dalla prestazione a sostegno del reddito (cioè dalla Naspi). L’assegno avrà una durata di sei mesi, prorogabile per altri sei nel caso non sia stato consumato l’intero ammontare dell’assegno. In tutto dodici mesi.

 

“Si tratta di un passo avanti considerevole – ricorda Del Conte –  perchè dice ‘basta’ alla discrezionalità. L’entità dell’assegno sarà affrancato dall’arbitrarietà che in passato rendeva il voucher anche strumento di consenso sul territorio e verrà stabilità da un algoritmo intelligente. “L’assegno  non sarà più esposto al rischio dell’arbitrio, o peggio ancora della raccomandazione, ma verrà adesso fissato sulla base di dati reali e criteri oggettivi, con un algoritmo che ‘impara’: siamo all’Anno Zero di una svolta culturale”.