In controtendenza Basilicata e Molise, che si aggiudicano significativi incrementi rispetto allo scorso anno. In salita anche le attività immobiliari, con un +16% a loro favore. Ancora in discesa, nel mese di giugno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le aperture delle nuove partite Iva (-8,2%). Avviate complessivamente 37.982 attività, il 70,2% delle quali da persone fisiche; in testa ancora il commercio. La mappa geografica conferma al Nord la fetta maggiore, ma sono al Centro-Sud le regioni con i picchi più alti.
A dircelo, l’Osservatorio sulle partite Iva, pubblicato sul sito del dipartimento delle Finanze. L’elaborazione dettagliata suddivide i dati per natura giuridica, distribuzione territoriale, settore produttivo e caratteristiche anagrafiche delle persone fisiche.
Pur mantenendo la prima posizione, con il 70,2% del totale, le richieste di nuove partite Iva presentate dalle persone fisiche sono diminuite dell’11,4% se confrontate con lo stesso periodo del 2015. La suddivisione per natura giuridica assegna, inoltre, il 24% del dato complessivo alle società di capitali, che guadagno il 2,3%, e il 4,9% alle società di persone (-5,76%). I non residenti e “altre forme giuridiche” sfiorano l’uno per cento.
La distribuzione territoriale vede primeggiare il Nord, con il 42,1% delle nuove aperture, seguito da Sud e Isole (35,1%); in coda, il Centro con il 22,7 per cento. Asticella in vistosa crescita per alcune regioni, come la Basilicata, che mette in mostra un incremento del 49,6%, e il Molise, che totalizza un +10,3 per cento. Consistente il risultato in negativo, invece, per Calabria (-17,6%), Puglia (-26,8%) e Sicilia (-18,5%).
Nessuno sussulto nella ripartizione per settore produttivo: è il commercio a occupare il posto più alto del podio, con il 22,7% del totale; seguono le attività professionali (13,2%) e l’agricoltura, che si assicura il 10,1 per cento. A un anno di distanza si registrano in salita le attività immobiliari (+16%), quelle professionali (+7,2%) e il settore dell’istruzione (+2,9%); trend opposto e, quindi, percentuali in discesa per agricoltura (-20,7%), commercio (-12,3%) e servizi alle imprese (-15,2%).
Soltanto conferme dalla distribuzione in base alle caratteristiche anagrafiche delle persone fisiche: a giugno, il 37,5% delle partite Iva è stato aperto dalle donne, il 46,7% dai giovani fino a 35 anni e il 34,3% da individui tra 36 e 50 anni. Dal confronto con il 2015, la ripartizione per età registra un decremento di aperture per tutte le fasce e, in particolare, per gli ultrasessantacinquenni (-27,3%). È nato all’estero il 18,6% delle persone che a giugno hanno aperto una partita Iva.
Sono, infine, 12.748 (pari a circa il 34% del dato totale) i nuovi contribuenti Iva che hanno aderito al regime agevolato forfetario: la crescita rispetto al 2015 è del 4,2 per cento.