L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è recentemente pronunciata in merito all’istanza, fatta pervenire da un gruppo di associazioni (ANORC, ANORC PROFESSIONI, ADUSBEF, APIHM, CODACONS, DIGICONSUM e SIT), circa la potenziale ingannevolezza dell’attività promozionale, effettuata da alcune note associazioni professionali, su dei corsi di formazione per Privacy Officer, Consulente della privacy o Data Protection Officer.
In particolare, nella segnalazione effettuata all’AGCM, erano stati messi in evidenza i numerosi casi in cui le associazioni professionali segnalate – che operano ai sensi della L. 4/2013 – promuovevano sui propri siti web tali corsi di formazione come “certificati” in ragione di una norma ISO (nello specifico, come valevoli ai fini dell’iscrizione a esami diretti al conseguimento di certificazione ISO/IEC 17024:2012 rilasciata da soggetti terzi). La norma ISO citata, però, non disciplina né le competenze del Privacy Officer o DPO, né più in generale quelle di un professionista della privacy, bensì stabilisce solo i requisiti che devono possedere gli organismi – e non i professionisti – che operano in tutti i settori della certificazione delle persone. In estrema sintesi, dunque, si metteva all’attenzione dell’AGCM come, secondo le associazioni segnalanti, le associazioni segnalate non usassero sufficiente chiarezza e lasciassero erroneamente intendere agli utenti che i lori corsi per Privacy Officer e DPO potessero essere certificati secondo la ISO/IEC 17024:2012.
A seguito della nostra iniziativa presso AGCM – di cui è stata ampiamente diffusa notizia – abbiamo avuto modo di notare come i testi con cui le associazioni segnalate promuovevano i corsi interessati avessero subito delle considerevoli rettifiche per risultare meno “fraintendibili”. L’Autorità interpellata, basandosi sulle modifiche apportate in corsa ai contenuti segnalati, ha ritenuto che le comunicazioni promozionali dei corsi in questione, così come modificate, fossero prive di elementi idonei a giustificare ulteriori accertamenti. Prendendo atto di questa risposta siamo comunque soddisfatti di aver sollevato una questione ancora poco dibattuta, su una materia così delicata come quella delle nuove figure professionali operanti nella gestione di dati e documenti digitali, e siamo contenti di aver in ogni caso giovato ai possibili utenti spingendo le associazioni segnalate ad acquisire comunque un atteggiamento più cauto e a usare maggiore chiarezza nelle attività promozionali effettuate sui loro canali di comunicazione in merito ai citati corsi formativi.