italia_crescita_324x230Dal G20 svoltosi in Cina il ministro dell’Economia Padoan sottolinea che, anche se il Governo dovrà rivedere gli obiettivi di crescita e di finanza pubblica, il rallentamento globale non farà venire meno gli impegni assunti. Clausole Iva, nessun dietrofront.

 

“Continueremo a tenere la barra dritta sulla politica di crescita e consolidamento”. Parola del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che mostra determinazione di fronte alla situazione di incertezza internazionale. Tra qualche mese il Governo dovrà rivedere gli obiettivi di crescita e di finanza pubblica, ma il titolare del Tesoro spiega che il rallentamento globale si vedeva già prima della Brexit e non farà venire meno gli impegni assunti. E anche sulle banche rassicura: non c’è nessun rischio, il sistema è solido, e al momento non è necessario alcun “bail”. Una rassicurazione in vista dei test Eba che saranno diffusi venerdì sera e che, malgrado non determinino ‘bocciature’ e ricapitalizzazioni immediate, metteranno in evidenza le difficoltà di Mps. Proprio sulla banca senese si continua a lavorare al piano in tre fasi: maxi cessione Npl con supporto fondo Atlante, aumento capitale sul mercati con garanzia pubblica potenziale da 2 a 3 miliardi e quindi eventuale partner, anche estero. Uno schema che deve essere approvato dalla Bce e avere il visto buono della Ue per proteggere gli obbligazionisti. Trattativa sulla quale il viceministro Enrico Morando ha detto si arriverà a una soluzione “nei prossimi giorni” pur difendendo il principio del bail in. P

 

arlando dalla Cina, dove ha partecipato al G20 finanziario incentrato sulla Brexit, il ministro ha quindi cercato di allontanare le preoccupazioni sull’economia. “A causa del risultato della Brexit ci sarà una minore crescita in alcuni Paesi dell’Europa, soprattutto in Gran Bretagna, però dovrebbero essere effetti molto limitati”, ha spiegato Padoan, facendo notare che, “come diceva il presidente (della Bce) Draghi, i mercati finanziari dopo un’iniziale reazione di volatilità hanno sortito bene questo evento”. I conti verranno fatti tra qualche mese con la predisposizione del Def e della la nuova legge di stabilità: “valuteremo il nuovo quadro macro economico e di finanza pubblica alla luce di questo rallentamento globale che purtroppo – ha osservato Padoan – era iniziato giù prima della Brexit”. Certo è che l’Italia sta crescendo meno del previsto e per il 2016 le stime di Fmi (+0,9%) e Bankitalia (sotto l’1%) sono inferiori al +1,2% fissato nel Def di aprile: e alla luce delle nuove previsioni, mantenere i livelli di indebitamento pubblico ottenuti dopo la lunga trattativa con la Commissione Ue, significherebbe sanare uno scostamento che costerebbe complessivamente quasi 5 miliardi di euro nei prossimi due anni.

 

E questo restringerebbe i margini di manovra del Governo per le misure in cantiere per famiglie e imprese, dal ‘bonus’ pensionati al taglio Irpef, dall’addio al bollo auto all’aumento della quattordicesima per le pensioni più basse. Ma fonti governative rassicurano sull’impegno dell’Esecutivo a rispettare l’impegno a sterilizzare nel 2017 le clausole di salvaguardia sull’Iva per 15 miliardi di euro nonostante il prevedibile rallentamento della crescita. Sottolineando che il meccanismo delle clausole, usate dai diversi governi in passato, sarà superato con la riforma della legge di bilancio in via di approvazione definitiva. Nessun intervento in arrivo al momento, invece, sul fronte banche: il ministro Padoan esclude “che per il momento sia necessario” ricorrere alle misure di bail in e rassicura i risparmiatori (“il risparmio sarà totalmente garantito”). “Non c’è alcun rischio, il sistema delle banche italiane è solido”, mette in chiaro Padoan, puntualizzando che “ci sono pochi casi critici che sono stati circoscritti e risolti con un processo di mercato”. E comunque il governo ha introdotto misure strutturali che aiuteranno a rafforzare il settore, ha ricordato il titolare del Tesoro, assicurando che stiamo andando nella “giusta direzione”.