Il cervello degli adolescenti con gravi comportamenti antisociali è molto differente rispetto a quello degli adolescenti che non mostrano tali comportamenti. A dimostrarlo, una nuova ricerca internazionale condotta in collaborazione da l’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Nello studio ‘Mapping the structural organization of the brain in conduct disorder: replication of findings in two independent samples’, pubblicato sulla rivista internazionale ‘Journal of Child Psychology and Psychiatry’, gli scienziati italiani e inglesi hanno utilizzato metodiche di risonanza magnetica per visualizzare la struttura cerebrale di adolescenti maschi con diagnosi di disturbo della condotta sociale, un grave problema neuropsichiatrico caratterizzato da estrema aggressività, uso ripetuto di armi e droghe e comportamenti fraudolenti.
Luca Pasamonti, del Cnr: “Abbiamo studiato lo sviluppo coordinato di numerose regioni del cervello, prendendo in riferimento in particolare lo spessore della corteccia cerebrale. L’idea alla base dello studio è che le regioni cerebrali che si sviluppano in modo simile abbiano spessori corticali di livello comparabile. Studi precedenti avevano già dimostrato che la parte del cervello, che gestisce le emozioni degli adolescenti, con gravi disturbi della condotta sociale presenta anomalie rispetto a quella di soggetti di pari età che non dimostrano tali comportamenti. Tuttavia, ritenevamo troppo semplicistico ricondurre problematiche della condotta così complesse ad anomalie in una singola regione cerebrale, e infatti i nostri ultimi dati hanno chiaramente mostrato che il disturbo della condotta sociale coinvolge moltissime regioni del cervello che presentano cambiamenti anatomici di natura complessa e sfaccettata”.
I ricercatori hanno reclutato 58 adolescenti con disturbo della condotta sociale e 25 individui non affetti da malattie neuropsichiatriche, di età compresa tra 16 e 21 anni. E’ emerso che le persone con il disturbo del primo tipo, rispetto ai soggetti di controllo, mostravano un elevato numero di correlazioni nella corteccia cerebrale che potrebbe dipendere da anomalie dello sviluppo, cioè da una ridotta perdita di spessore della corteccia che normalmente si osserva con gli anni. I giovani con disturbo che emerge durante l’adolescenza presentavano un minor numero di tali correlazioni e questo potrebbe riflettere uno specifico problema di sviluppo, ad esempio l’incapacità di selezionare le connessioni simpatiche più forti e durature.